Aldo Moro, 40 anni dopo
Cerimonia in Via Fani a Roma per ricordare la strage della scorta, i 55 giorni del sequestro e l'uccisione del presidente DC
La mattina del 16 marzo 1978, alle 9.02, le Brigate Rosse (BR) di Mario Moretti rapirono Aldo Moro e uccisero i cinque agenti della scorta, in Via Fani, a Roma. Il sequestro del presidente della Democrazia Cristiana (DC), che stava andando a votare la fiducia al Governo Giulio Andreotti, durò 55 giorni e si concluse con l'uccisione dello statista, tra i principali sostenitori del compromesso storico con il Partito comunista italiano (PCI) del segretario Enrico Berlinguer. Dopo quel giorno l'Italia non fu più la stessa.
"Fu il più grave attacco alla Repubblica", ha scritto in un tweet il premier Paolo Gentiloni, nel 40esimo anniversario della strage, ricordata con la cerimonia di venerdì sul luogo della strage. Presenti alla cerimonia, tra gli altri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Quarantanni dopo, tra depistaggi, processi e commissioni parlamentari d'inchiesta, alla vicenda mancano ancora molti pezzi di verità.#Moro Una mattina di 40 anni fa il più grave attacco alla Repubblica. L'Italia rende omaggio a un grande leader politico, ai carabinieri Leonardi e Ricci e agli agenti di Polizia Iozzino Rivera e Zizzi
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 16 marzo 2018
"Non c'è ancora verità, nè quella storica, nè quella giudiziaria, e tantomeno quella politica", ha dichiarato il figlio di Aldo Moro, Giovanni, a Repubblica. "Moro non fu colpito perché era un simbolo, come si disse, ma per fare un'operazione chirurgica sulla politica italiana, per fermare il suo progetto. Anche i brigatisti non hanno detto la verità: perché non hanno reso pubblico tutto ciò che ha raccontato mio padre? E perché lo uccisero proprio quando nella DC si era aperto uno spiraglio? E, infine, perché lo Stato non fece nulla per salvarlo?... Andreotti era il capo del Governo, il responsabile politico ... E Cossiga? In qualsiasi paese, un ministro dell'Interno a cui fosse capitata una disgrazia del genere, sarebbe finito a coltivare rose... lui invece divenne due volte presidente del Consiglio e una volta capo dello Stato".
Massimiliano Angeli
- RG 18.30 del 16.03.18 - Il servizio di Raffaella Fanelli