Assange a processo
Ultima fase del procedimento giudiziario per la sua estradizione negli Stati Uniti
Ancora tre settimane, massimo quattro, e si conoscerà il futuro di Julian Assange. Dopo la fase istruttoria iniziata lo scorso febbraio, e sospesa a causa della pandemia da coronavirus, lunedì riprende il processo per la sua estradizione negli Stati Uniti.
Negli USA sull’attivista australiano pendono 18 capi d’imputazione, per avere cospirato per ottenere (e pubblicato) informazioni classificate. Washington lo vuole processare per spionaggio: la sua condanna – scontata nell’unanimità delle opinioni – si concretizzerebbe in 175 anni di carcere. Ecco perché la sentenza della giustizia britannica diventa l’ultima speranza per Assange: solo in caso di mancato trasferimento Oltreoceano, il fondatore di Wikileaks può sperare in un domani da cittadino libero.
La sua difesa, invocando la libertà di stampa, chiama a raccolta i suoi sostenitori, che da oggi presidieranno rumorosamente la Old Bailey Criminal Court. Dove sarò presente lo stesso Assange, che dallo scorso aprile è recluso, in stato di semi-isolamento, nella prigione di Belmarsh.