Si continuano a cercare risposte riguardo all’incidente aereo dell’Air India, dove sono morte 260 persone. Ieri è stato reso noto un rapporto preliminare, nel quale emerge che il velivolo è precipitato perché gli interruttori di controllo del carburante dei due motori sono passati alla modalità “cutoff” (interrotto). La prova è una registrazione di un dialogo tra due piloti: Il primo chiede al secondo perché abbia spento l’alimentazione di carburante, il secondo risponde di non averlo fatto. Il documento non punta il dito contro nessuno, si limita a ricostruire i fatti. A chiarire le responsabilità sarà un’inchiesta più approfondita.
Ma come funziona la procedura per spegnere il sistema che porta il carburante al motore? A spiegarlo ai microfoni della RSI è Roberto Battaglioni, ex comandante di Swiss ed istruttore di volo: “I rubinetti (dell’alimentazione, ndr) non si spengono da soli. Deve essere fatto deliberatamente, manualmente”.
L’alimentazione prima di uno e poi dell’altro motore risulta essere stata spenta due secondi dopo il decollo. I piloti hanno cercato di riaccendere i motori, ma non ci sono riusciti. “Al decollo non hai praticamente nessun margine di manovra. È la fase più critica di tutto il volo perché si è pesanti, si è pieni di cherosene, si ha poca energia. Quindi qualsiasi errore che si fa durante questa fase può essere fatale. Mentre quando si è in “crociera” a diecimila metri d’altezza si ha il tempo per poter reagire, si può planare, cercare un aeroporto di emergenza, eccetera”. Nel caso del volo Air India non c’è quindi stata scelta: “Non avevano nessuna chance se non andare dritti. Essendo anche bassi di altitudine non avevano più nessuna possibilità di recuperare la situazione”.