Migranti, Atene non ci sta
Migliaia di persone cercano di lasciare la Grecia, ma i confini sono chiusi
Oltre mille migranti hanno rotto venerdì le recinzioni del campo profughi di Diavata, vicino a Salonicco, in Grecia, per dirigersi verso Idomeni, al confine con la Macedonia.
Intanto da Bruxelles il commissario all’immigrazione Dimitris Avramopoulos ha lanciato l’allarme: se non ci saranno risultati concreti nei prossimi giorni per mettere in pratica le soluzioni europee "c’è il rischio che l’intero sistema collassi. La possibilità di una crisi umanitaria su larga scala è molto reale".
Il viceministro ellenico per l’immigrazione Ioannis Mouzalas ha dal canto suo dichiarato, furibondo perché il suo paese è stato escluso dal vertice organizzato giovedì dall’Austria a Vienna: "Non accetteremo di diventare il Libano d’Europa e un magazzino di anime". Per questo motivo, inoltre, venerdì Atene ha rifiutato la visita della ministra dell’interno austriaca Johanna Mikl-Leitner, che aveva chiesto un incontro per spiegare la posizione del suo paese.
È inoltre giunta nelle ultime ore la notizia che l'Esecutivo del premier Alexis Tsipras ha dato il via libera a un piano temporaneo di riduzione del traffico marittimo dei traghetti per limitare l'afflusso di migranti dalle isole.
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