"Pochi centri di registrazione"
Bruxelles lamenta ritardi nella realizzazione degli "hotspot" per l'identificazione dei migranti
I centri di identificazione dei migranti in Italia e in Grecia, meglio noti con il nome di hotspot, dovrebbero essere operativi tra un mese. È quanto auspica Bruxelles che teme, in caso di ritardi, tensioni sulla gestione dei richiedenti l'asilo. Nelle ultime settimane, infatti, da più parti in Europa giungono segnali poco rassicuranti sul futuro degli accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone.
Un appello in tal senso è giunto anche dal premier sloveno Miroslav Cerar secondo il quale: "Il tempo stringe e i paesi dell’UE devono onorare i loro impegni". In media si stima siano 3'000 i profughi che ogni giorno entrano nel paese dell’ex Iugoslavia e diretti a nord.
Lo scorso mese di settembre i 28 paesi membri dell’UE erano giunti a un’intesa sulla ripartizione, nell’arco di due anni, di 160'000 rifugiati. Un risultato che sembra difficile da raggiungere in seguito a due problemi di fondo: la poca disponibilità generale di accogliere persone e la mancanza di coordinazione a livello europeo delle procedure di registrazione.
Le cifre della migrazione
Nei primi 18 giorni del 2016 sono giunti via mare in Grecia 31'244 migranti; un numero pari a 21 volte gli arrivi dell’intero mese di gennaio dello scorso anno. Questa cifra, stimata dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, suggerisce che: "Gli arrivi marittimi in Grecia nell’anno appena iniziato possano superare in modo significativo gli 853'650 del 2015".
RG/ats/mrj
- RG delle 12.30 del 19 gennaio 2015; il servizio di Silvia Piazza