Superbomba contro estremisti
L'ordigno lanciato dagli Stati Uniti in Afghanistan ha provocato la morte di 36 combattenti dell'IS
Sono almeno 36 i combattenti dell’autoproclamato Stato islamico (IS) morti nell’attacco perpetrato giovedì sera dagli Stati Uniti nell’est dell’Afghanistan. Il bilancio è stato fornito dalle autorità locali. Nessun civile è rimasto coinvolto.
.@USFOR_A #US Forces targets ISIS-K stronghold, drops GBU-43 #MOAB bomb on #ISIS pic.twitter.com/GYjyMLiqUS
— U.S. Central Command (@CENTCOM) 13. April 2017
La bomba, usata per la prima volta dalle forze a stelle e strisce, ha distrutto una rete di gallerie usata dagli estremisti. L’ordigno, così potente da cancellare tutto nel raggio di centinaia di metri, è stato sganciato da un aereo MC-130 nel distretto di Achin, non lontano dalla frontiera pachistana. Il presidente Donald Trump si è subito felicitato per il successo della missione. Sono molte le operazioni sul terreno portate avanti da Washington con Kabul dall’agosto del 2016. La provincia di Nangarhar, dov’è avvenuta l’operazione, è una roccaforte degli uomini dell’IS, che negli ultimi anni hanno assorbito combattenti talebani.
A #MOAB bomb strikes #ISIS cave & tunnel systems in eastern #Afghanistan. The strike was designed to minimize risk to Afghan and U.S. Forces pic.twitter.com/7pfBYQzk5F
— U.S. Dept of Defense (@DeptofDefense) 14 aprile 2017
La notizia della morte di 36 suoi affiliati è stata smentita dall'IS attraverso la sua agenzia di stampa. Il raid statunitense, afferma il sedicente Stato islamico, "non ha fatto nessun vittima".
Reuters/AlesS
Dal TG12.30:
- RG 08.00 del 14.4.2017 Il servizio di Emiliano Bos
- RG 12.30 del 14.04.2017 La corrispondenza di Maurizio Salvi