Approvata dal popolo, seppur solo con il 50,7% dei voti, ma bocciata dai cantoni: l'iniziativa per imprese responsabili rilancia il dibattito sulla doppia maggioranza richiesta per una modifica della Costituzione. È la nona volta che succede che un testo raccolga il favore di più della metà dei votanti ma si areni di fronte al secondo ostacolo. Quello di domenica è appena il secondo caso per un'iniziativa.
Jo Lang
Ma la doppia maggioranza ha ancora senso? No, secondo lo storico ed ex deputato ecologista Josef "Jo" Lang. "La maggioranza", afferma, "viene sconfessata da un relitto della storia, frutto del compromesso raggiunto nel 1848 alla fondazione della Confederazione, che non ha nulla a che vedere con il federalismo e l'autonomia dei cantoni".
Karin Keller-Sutter
Non è così per tutti: "è un pilastro fondamentale dello Stato svizzero", per la consigliera federale Karin Keller-Sutter. "A decidere sarebbero altrimenti spesso i cantoni cittadini", afferma dal canto suo Piero Marchesi, presidente dell'UDC ticinese. Sopprimere il principio richiederebbe in ogni caso... che la maggioranza dei cantoni sia disposta a privarsi di questo privilegio.
RG 07.00 del 30.11.2020 Il servizio di Antonella Crüzer
RSI Info 30.11.2020, 09:11
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Il parziale successo ottenuto domenica dai promotori dell'iniziativa, intanto, mantiene viva la voce di chi era favorevole. "Il controprogetto approvato dal Parlamento non permette reali progressi", afferma Géraldine Viret, portavoce della ONG Public Eye, "obbliga la multinazionali a fare qualcosa che già fanno, pubblicare rendiconti che non cambiano nulla nelle politiche ambientali e sociali di alcuni colossi". Serve invece "un dispositivo completo con sanzioni adeguate. Non lo abbiamo ottenuto, ma non ci fermeremo", afferma Viret. Public Eye continuerà quindi a indagare e a denunciare le violazioni, concentrandosi sui settori più problematici, che riguardano materie prime e pesticidi. E soprattutto prenderà in parola Karin Keller-Sutter, secondo la quale servono regole internazionali condivise. Un progetto europeo in via di definizione si spinge oltre le richieste dell'iniziativa: se andrà in porto "la Svizzera non potrà restare l'oasi deregolamentata che è oggi".
RG 08.00 del 30.11.2020 L'intervista di Mattia Serena a Monika Rühl
RSI Info 30.11.2020, 09:12
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Il "no" all'iniziativa non significa che tutto resterà come prima, secondo Monika Rühl. Per la direttrice di economiesuisse, il controprogetto rafforzerà la legislazione svizzera in ambito di responsabilità delle imprese. "Far presente nei rapporti quello che si sta facendo implica che ci siano misure da prendere da parte delle imprese per l'ambiente, il rispetto dei diritti umani e la lotta alla corruzione", sottolinea. A suo avviso, in ogni caso, anche senza i timori di imporre nuovi obblighi all'economia in un momento di crisi, il testo non sarebbe stato accolto.

Il dilemma della doppia maggioranza
Telegiornale 30.11.2020, 21:00