Svizzera

Ghiacciai in ritirata: la sfida idrica della Valposchiavo

Un progetto internazionale studia l’impatto del cambiamento climatico sulle risorse idriche alpine

  • Oggi, 07:14
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Serie sui ghiacciai: la quarta puntata

SEIDISERA 17.07.2025, 18:00

  • Keystone
Di: Marja 

La Valposchiavo, le cui fortune negli ultimi decenni sono almeno in parte determinate dallo sfruttamento a fini energetici delle sue acque, si trova al centro di una sfida cruciale: adattarsi al riscaldamento globale per gestire al meglio le risorse idriche provenienti dai ghiacciai in rapido scioglimento. Questa realtà è diventata un laboratorio a cielo aperto per studiare gli effetti del cambiamento climatico sulle Alpi.

Meno acqua, più problemi

La scarsità di acqua, sempre più frequente soprattutto in estate, costringe Repower, la più grande azienda idroelettrica grigionese che ha sede proprio a Poschiavo, a ricorrere al mercato per compensare la minor produzione idroelettrica.

Gian Paolo Lardi, asset manager di Repower, dipinge un quadro preoccupante: “Se guardiamo i ghiacciai nella zona dalla quale proviene l’acqua che turbiniamo, quindi nella zona del Bernina e del Silvretta, i ghiacciai sono relativamente piccoli e prevediamo che nei prossimi 40-60, al massimo 80 anni, spariranno”.

Un progetto internazionale per il futuro delle Alpi

Per affrontare questa sfida, la Valposchiavo è diventata un sito pilota del progetto Interreg Alpine Space “Water WISE“, che coinvolge università e centri di ricerca di dodici paesi dell’arco alpino. L’obiettivo è fornire dati precisi e accurati per elaborare strategie di adattamento al cambiamento climatico.

Il professor Clément Roques dell’Università di Neuchâtel sottolinea l’urgenza della situazione: “Le Alpi si stanno riscaldando molto più velocemente. Siamo intorno già ai due gradi in media e quindi i cambiamenti qui sono molto più intensi e rapidi che altrove”.

Acque nascoste, risorse preziose

Water WISE si concentra sullo studio delle acque sotterranee, un aspetto spesso trascurato ma fondamentale. Il sistema acquifero della Val d’Ursé, alimentato principalmente dal disgelo della neve e da una rete di falde acquifere profonde, è cruciale non solo per l’approvvigionamento idrico locale, ma anche per il fiume Adda, con importanti implicazioni economiche e sociali a livello transnazionale.

Per il settore della produzione di Repower l’interesse per questi studi è grande: “Tramite Water WISE – spiega Gian Paolo Lardi - contiamo di capire quanto potrebbe succedere in futuro, con tutte le acque che non vediamo, che non possiamo misurare perché sottoterra, per poter fare delle previsioni. Previsioni anche di mercato per capire ad oggi dove dobbiamo investire i nostri soldi, in quali impianti e in che tipo di impianti è più sensato investire”.

Un laboratorio naturale unico

Il professor Roques evidenzia l’unicità della Valposchiavo come sito di studio: “La particolarità della Valposchiavo è che qui disponiamo di dati unici grazie a carotaggi in quota che ci rivelano la variabilità spaziale temporale di questi processi di ricarica delle falde acquifere e permettono di studiare con precisione l’impatto di questa variabilità climatica e dei cambiamenti climatici”.

Questi dati sono fondamentali per elaborare modelli matematici che aiuteranno a prevedere la disponibilità di acqua in un futuro con molto meno ghiaccio, non solo in superficie ma anche nel sottosuolo.

Il progetto Water WISE, con il suo focus sulla Valposchiavo, in tal senso, rappresenta un passo importante verso la comprensione e la gestione sostenibile delle risorse idriche in un ambiente in rapida trasformazione.

Il dilemma delle rinnovabili

La regione del Bernina è al centro anche del dibattito nazionale sulla creazione di impianti fotovoltaici a cielo aperto. Le energie rinnovabili, nostre alleate nella crisi climatica, sollevano preoccupazioni di conservazione della natura e del paesaggio.  Un tema che Boris Previšić, direttore dell’Istituto culture delle Alpi a Altdorf, ha posto al centro delle sue ricerche e che lo ha portato a riflettere sul ruolo che le Alpi avranno in futuro per la defossilizzazione e a quanto debbano essere ripensate in relazione al paesaggio e al patrimonio culturale mondiale.

Ghiacciai: custodi minacciati di vita e cultura

Questo articolo è legato alla serie radiofonica in cinque puntate che la RSI ha deciso di dedicare alle comunità che vivono ai piedi dei ghiacciai nelle Alpi svizzere, in occasione dell’Anno internazionale della conservazione dei ghiacciai.

La serie, curata da Maria Jannuzzi, prendendo spunto dalla tragica frana che ha colpito Blatten in Vallese a fine maggio, esplora il profondo legame tra le comunità alpine e i loro ghiacciai, evidenziando l’importanza di questi giganti di ghiaccio per la realtà locale e la loro rilevanza culturale.

Attraverso reportage e interviste, la serie ci porta in un viaggio attraverso diverse regioni della Svizzera, toccando temi cruciali:

- La spiritualità legata ai ghiacciai a Fiesch (Vallese)
- L’approvvigionamento idrico nella regione dell’Aletsch (Vallese)
- La gestione dei laghi glaciali a Lenk nella Simmental (Berna)
- La produzione di energia idroelettrica a Poschiavo (Grigioni)
- Lo spopolamento della comunità della Göschenertal (Uri) confrontata con la scomparsa del Dammagletscher

Ogni puntata offre uno sguardo unico sulle sfide e le opportunità che le comunità alpine affrontano in un’epoca di rapidi cambiamenti climatici, sottolineando l’importanza di preservare non solo i ghiacciai, ma anche le tradizioni e le culture che si sono sviluppate intorno a essi.

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