Il 21 marzo si celebra la giornata internazionale contro la discriminazione. In Svizzera una città molto attiva su questo fronte è Lucerna, che insieme ad altre sei città svizzere fa parte di una rete dell’UNESCO. La rete contempla 150 centri urbani che collaborano per combattere il razzismo.
Alla base di questa rete c’è un’idea precisa: percorrere la strada dell'integrazione per fronteggiare la discriminazione. La RSI ha incontrato chi si sta impegnando nella costruzione di questa via e chi, invece, la sta percorrendo. Come Gilmer Uscategui, rifugiato politico fuggito dalla Colombia sette anni fa.
"Ho dovuto lasciare il mio Paese per motivi politici" racconta l'esule. "Ero uno studente attivo contro il Governo e la pensavo in modo diverso: nel mio Paese questo era un crimine grave" spiega Uscategui, illustrando le ragioni della sua fuga politica. Una fuga che, passando da Venezuela e Russia, l'ha visto infine arrivare come rifugiato politico a Lucerna.
Gilmer Uscategui aveva naturalmente messo in conto la necessità di doversi adattare a un nuovo mondo e a una nuova lingua. Tuttavia non aveva considerato l'eventualità di doversi confrontare con la discriminazione.
Riguardo il razzismo svizzero, il giovane esule fornisce una descrizione molto lucida. “C’è un razzismo meno sfacciato, sotterraneo. Riguarda l’essere diverso, il non parlare la lingua, ed essere così escluso dalla società”.
Un problema nascosto che tuttavia non è sfuggito agli addetti del settore. “Esiste un problema di discriminazione sistemica, e questo non solo a Lucerna" dichiara a questo riguardo Sibylle Stolz, responsabile servizio integrazione di Lucerna. "Noi cerchiamo di combatterlo: abbiamo investito nelle organizzazioni che ascoltano e aiutano chi si sente discriminato, abbiamo insomma investito nell’integrazione”, rassicura la responsabile.
Lucerna ha fatto anche di più. Ha deciso di far parte di ECCAR, la Coalizione europea delle città contro il razzismo dell’UNESCO, una rete di 150 città, di cui sette sono svizzere. Benedetto Zacchiroli, presidente ECCAR, spiega il senso del progetto. "Queste città svizzere hanno 22 centri di ascolto, o hanno attività di formazione per l’amministrazione pubblica, che riguarda sia la polizia che i privati”. L'obiettivo è quello di armonizzare le attività contro il razzismo, creando una "rete che sostiene e connette”.
Una rete di cui lo stesso Gilmer Uscategui ha beneficiato. “È grazie a questa connessione, grazie all’integrazione che ora mi sento come un albero con radici in Svizzera e che ora sta fiorendo" afferma con gratitudine l'esule, dichiarando la sua volontà di "far parte della società, di dare e non solo di ricevere”.

L'integrazione a Lucerna
Telegiornale 21.03.2023, 20:00