La Svizzera non può ritenersi immune da attacchi terroristici: a sostenerlo, attraverso diversi media nazionali, sono alcuni esperti secondo i quali, per evitare attentati, sarebbe bene rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza e sorveglianza elettronica.
Kurt R. Spillmann, professore emerito al politecnico federale di Zurigo in politica di sicurezza e studio dei conflitti, ritiene che sia molto importante “essere tecnicamente all'altezza nel filtrare in tempo informazioni rilevanti per la sicurezza e trasmetterle alla giusta sede”.
Non solo, l'esperto si dice convinto del fatto che in Francia fossero disponibili informazioni sugli possibili attentati, ma che queste siano “naufragate nella marea di dati" e in quello che gli studiosi chiamano l'"effetto Pearl Harbor”. La Svizzera, sottolinea Spillmann, non è comunque il bersaglio privilegiato dai terroristi, poiché non si è mai messa in evidenza nella guerra contro jihadisti ed islamisti.
Opinioni, queste, condivise pure da Jean-Paul Rouiller, direttore del Centro d’analisi del terrorismo di Ginevra, secondo il quale: “I fatti di Parigi ci ricordano che non si può prevedere tutto” ma che bisogna tenere alta la guardia nella lotta al terrorismo.
ATS/bin
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