Il delitto di Caslano fu un assassinio e non un omicidio. Lo ha stabilito la Corte d’appello, presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will, che ha respinto il ricorso del giovane che nel luglio del 2018 ha ucciso la nonna a colpi di martello e tentato poi di dare fuoco al corpo.
L’imputato, difeso dall’avvocato Daniel Ponti, chiedeva la derubricazione dell’assassinio a omicidio intenzionale e una riduzione della pena a un massimo di 10 anni sospesi a favore di un trattamento stazionario.
La Corte ha invece confermato la sentenza di prima istanza: 18 anni sospesi a favore di un trattamento stazionario, per i reati di assassinio, incendio intenzionale e turbamento della pace dei defunti.
Uccise la nonna, 18 anni di carcere
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