Partito in Ticino lo studio sierologico della Confederazione
TG 20 di sabato 04.07.2020
Immunità, nuovo studio in Ticino
In pochi giorni lo studio Corona Immunitas Ticino ha ricevuto oltre 400 riposte su 4'000 inviati - Per le autorità un’occasione prevenire una seconda ondata
Sono già 400 persone che a hanno risposto al sondaggio "Corona Immunitas", studio epidemiologico sostenuto dall’Ufficio federale della sanità pubblica. L’iniziativa è guidata dalla Scuola svizzera di salute pubblica SSPH+ e coinvolge 12 università. In Ticino vede la collaborazione di USI, SUPSI assieme all’EOC. L’obiettivo è quello di valutare lo sviluppo e la diffusione della risposta immunitaria nella popolazione. 4'000 ticinesi sono stati scelti casualmente seguendo criteri di rappresentatività statistica.
"Riceveranno o hanno già ricevuto una lettera dove si spiega di cosa si tratta, partecipare – spiega il professore il professore Emiliano Albanese direttore dell’Istituto di salute pubblica dell’USI – è semplice bisogna registrarsi al sito indicato o tramite un QR code e poi rispondere a semplici domande. Bastano pochi minuti".
Pochi minuti, ma fondamentali. "Insieme per reagire" è il motto di Corona Immunitas Ticino. Lo studio durerà più mesi e i partecipanti saranno chiamati a rispondere regolarmente a domande sul loro stato di salute, psicologico o altre questioni. "Questo monitoraggio – continua il professore Albanese - servirà anche a prevenire una potenziale seconda ondata i nostri dati aggiornati ogni settimana hanno lo scopo di informare le autorità competenti, in primis il DSS e l’ufficio del medico cantonale perché possano prendere, con i tempi migliori, le decisioni relative alle eventuali chiusure e aperture come scuole, locali e se del caso limitazione i certe limitazioni individuali".
A mille partecipanti sarà offerto un test sierologico. "E per avere la maggior sicurezza nei risultati delle analisi, Corona Immunitas – dice Emiliano Albanese - selezionerà i migliori test in commercio o anche concepiti nelle università o laboratori".
Una ricerca dalle grandi ambizioni, infatti in Svizzera potrebbero essere sino 25 mila le persone che parteciperanno allo studio. "Questo - conclude il professore – permetterà di fare dei confronti anche a livello nazionale considerando le grandi differenze che ci sono state tra le regioni questo più e meno colpite, potremo tentare di dare delle spiegazioni più chiare.