"Prima i nostri" bene in parte
Il Governo è favorevole alle misure per sostenere il personale residente, ma non alla legge d'applicazione della preferenza indigena
Le proposte formulate dalla commissione speciale nominata dal Gran Consiglio ticinese per l’applicazione dell’iniziativa popolare “Prima i nostri” non possono essere tradotte in pratica interamente. A rilevarlo è il Consiglio di Stato, che ha preso posizione sulle 10 iniziative e 4 mozioni elaborate per dare concretezza al principio approvato dai cittadini ticinesi il 25 settembre 2016.
In estrema sintesi, il Governo dice di sì (con alcune controproposte) a tutte le misure che impongono alle aziende pubbliche e parapubbliche e agli enti operanti per lo Stato, di assumere in primo luogo personale residente.
Il Parlamento, invece, è invitato a respingere le modifiche alla Legge tributaria (deducibilità dei lavori agli immobili eseguiti da ditte estere) e la proposta di Legge di applicazione della preferenza indigena che prevede una serie di condizioni per il rilascio e il rinnovo di permessi per stranieri. Le prime poiché sono già sostanzialmente una prassi. La seconda poiché in contrasto con il diritto superiore e perché non è noto il margine di autonomia in materia del cantone.
La posizione ha deluso (ma non sorpreso) Piero Marchesi, presidente dell'UDC ticinese. L'apertura del Governo non è sufficiente, spiega alla RSI.
Diem
Dal Quotidiano:
- CSI 18.00 del 12.07.17: il servizio di Pervin Kavakcioglu con la reazione di Piero Marchesi, del presidente dell'UDC ticinese promotrice dell'iniziativa