Renato Mannheimer è pentito e intende risarcire quanto ha sottratto al fisco italiano. Intanto però la Procura di Milano ha chiuso le indagini a carico del noto presidente dell'istituto di sondaggi Ispo e di altre nove persone, tra cui un luganese, contestando una presunta frode da circa 10 milioni di euro, realizzata attraverso uno schema di false fatture e società esistenti solo sulla carta.
Un meccanismo che tra il 2004 e il 2010 avrebbe permesso al sondaggista di spostare denaro su conti esteri (sono stati individuati in Svizzera, Antigua e Lussemburgo) ed evadere le imposte.
Renato Mannheimer, in particolare, è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e all'utilizzo di false fatture per operazioni inesistenti (per circa 30 milioni di euro), assieme ad altre quattro persone. Tra loro anche un cittadino svizzero di origini italiane abitante a Lugano. Risulta indagato come intermediario anche nel caso Finmeccanica con al centro la presunta tangente pagata a funzionari del Governo indiano per aggiudicarsi la fornitura di 12 elicotteri Agusta-Westland. Nell’avvio di chiusura delle indagini riguardanti la frode addebitata a Renato Mannheimer il luganese è indicato ''quale concorrente morale, ideatore del meccanismo fraudolento, nonché beneficiario di una percentuale pari al 2,5%”.
Ansa/Diem