“Non siamo andati impreparati o abbiamo voluto rischiare, deve essersi staccato un seracco che ha innescato la valanga ed è successo quel che è successo”. Queste le parole di Silvio Mondinelli sopravvissuto alla valanga caduta domenica mattina dalla vetta del Manaslu, che ha ucciso, tra gli alti, il compagno di cordata Alberto Magliano.
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RSI Info 24.09.2012, 20:55
Ai microfoni della RSI l’alpinista della Valtrompia (Brescia) ha raccontato i momenti di terrore provocati dall’estesa slavina con un fronte di circa un chilometro che si è abbattuta sul Campo 3 della cima himalayana a circa 7'100 metri, dove riposavano 35 scalatori provenienti da diversi paesi.
Trascinati per 200 metri
“Alle 4.20 abbiamo sentito un rumore tremendo e in seguito i primi colpi di neve sulla tenda, poi è stato uno scivolo solo”, racconta l’alpinista bresciano trascinato per circa 200 metri assieme al collega Christian Gobbi dall’impeto della valanga.
La loro fortuna è stata quella di essere miracolosamente rimasti nella parte superiore della massa nevosa. Non ce l’ha fatta invece l’amico Alberto Magliano che si trovava nella tenda accanto insieme a uno sherpa. “Quando ci siamo fermati non avevamo più niente, neanche le scarpe”, dice sempre Silvio Mondinelli che aggiunge: “Abbiamo dovuto aspettare giorno per vedere dove eravamo finiti e chi era ancora vivo”.
Sepolti nella neve
I due hanno quindi avvolto brandelli di sacco a pelo ai piedi e sono andati a cercare i superstiti e i morti. Alberto Magliano viene trovato a una certa distanza. Prima viene individuato il materassino e poi la tenda, più lontano giacevano i due corpi sepolti. La loro tenda, appesantita dalle bombole d’ossigeno, è probabilmente sprofondata sotto la slavina.
L’intervista audio integrale di Mirella de Paris a Silvio Mondelli va in onda giovedì 27 settembre alle 22.30 su Rete Uno all’interno del programma "Sinceramente". .