Oggi parliamo delle espressioni che ha assunto la produzione artistica e delle sue finalità “politiche” durante il Fascismo, il Reich nazista e l’Unione Sovietica di Stalin. Analizzeremo i diversi e articolati modi in cui il regime fascista ha influito sull’arte figurativa italiana, utilizzandola a fini propagandistici, partendo dalla mostra Arte e Fascismo, che si inaugura questa domenica al museo Mart Rovereto, e che racconta come il Ventennio sia stato segnato da una produzione artistica ricca ed eterogenea. La mostra Arte e Fascismo, che si può visitare fino al 1 settembre 2024, si snoda tra oltre 300 opere di artisti e architetti come, tra gli altri, Mario Sironi, Carlo Carrà, Fortunato Depero e Renato Guttuso. Ne parliamo con: Daniela Ferrari, una delle due curatrici (insieme a Beatrice Avanzi) della mostra Arte e Fascismo che si apre al Mart Rovereto domenica (14 aprile), mostra che nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi; e con Maddalena Carli, professoressa di Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Teramo, autrice per Carocci del volume Vedere il fascismo. Arte e politica nelle esposizioni del regime (1928-1942).
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