Con un lungo e dettagliato articolo il quotidiano economico-finanziario britannico Financial Times ha fatto il punto sull’impatto economico finora avuto dalla cosiddetta intelligenza artificiale generativa, di cui ChatGPT è l’esempio più noto. Se a marzo dello scorso anno Goldman Sachs profetizzava un terremoto nel mercato del lavoro, con 300 milioni di impieghi a rischio, ma anche un aumento del prodotto interno lordo globale annuo del 7% in 10 anni, a un anno di distanza dalla sua introduzione, l’adozione a livello globale dell’intelligenza artificiale sembra più lenta del previsto.
La giornalista Carola Frediani, esperta di nuove tecnologie, cultura digitale, di cybersicurezza e diritti digitali (ideatrice della newsletter gratuita “Guerre di Rete” e del sito d’informazione indipendente Guerredirete.it). E con lei, Marco Zaffalon, direttore scientifico dell’Istituto Dalle Molle sull’intelligenza artificiale, istituto affiliato a USI e SUPSI, nonché co-fondatore e direttore scientifico di Artificialy, società che si occupa di ottimizzare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle aziende.
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