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Geronimo

La diplomazia del ping pong compie 50 anni

di Alessandro Bertellotti

  • 09.08.2021
  • 22 min
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L’autobus di una delegazione sportiva che parte lasciando a terra un atleta. Che viene accompagnato in albergo dalla squadra avversaria. Quanto basta per fare scoccare la scintilla tra i governi di due nazioni che non si parlano. Cina e Stati Uniti avviano così il dialogo, quando nell’aprile 1971, ai campionati del mondo di Ping Pong in corso in Giappone, un atleta americano arrivato in ritardo alla partenza del pullman dopo un allenamento, viene invitato a salire sull'autobus dalla squadra cinese. Momenti di imbarazzo, poi un atleta della rappresentativa di Pechino si avvicina con un omaggio, per ricordare il momento.

Gli atleti americani vengono subito invitati ad una sfida a tennistavolo nella capitale cinese, quindi si muovono i diplomatici. Il canale di dialogo è avviato e culminerà con la visita del presidente statunitense Richard Nixon a Pechino e in altre città della Cina l’anno seguente.

A cosa è servita quella che da allora viene definita “la diplomazia del ping pong”, ovvero l’utilizzo creativo dello sport per scopi diplomatici? La Cina aveva bisogno di uscire da un autoimposto isolamento e gli Stati Uniti speravano nella nascita di una forma di “equilibrio tripolare” del mondo che rendesse meno influente la presenza dell’Unione Sovietica.

Con Nicola Sbetti, storico dello sport e docente all’Università di Bologna e Umberto Tulli, ricercatore di Storia contemporanea all’Università di Trento.

Libri presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt)

Aresu, Alessandro. Le potenze del capitalismo politico : Stati Uniti e Cina. La nave di Teseo, 2020

Weber, Maria. Il dragone e l'aquila: Cina e USA, la vera sfida. Università Bocconi editore, 2005

Altri titoli di Nicola Sbetti e Umberto Tulli in Sbt

Prima emissione 12 aprile 2021

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