Sì, è strano che un musicista voglia fare tutto da solo: comporre le musiche, scrivere i testi e suonare tutti gli strumenti. E già, perché questo non è un piano o chitarra o sassofono solo, bensì un disco poliedrico, dai colori soul, jazz, rock, anche punk volendo, suonato da una sola persona: Emma-Jean Thackray. La trentanovenne musicista di Leeds, oggi residente a Londra, che ha anche studiato con Keith Tippett, è al suo secondo album da solista, oltre ad aver inciso quattro EP. Questo disco sembra proprio affermare la maturità dell’artista, la sua volontà di creare musica senza badare agli schemi e alle formalità. La sua estrazione, i suoi studi sono jazzistici ma Emma-Jean Thackray non si è mai fermata. Un disco che è la soluzione catartica per il suo lutto e che ci spiega la vera natura dell’artista, che ha vissuto un passato difficile. Non è un semplice disco “fai-da-te” e non solo perché vi è l’intervento di Reggie Watts e Kassa Overall, ma perché c’è tutta l’anima di Emma-Jean Thackray.
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