Cartello di Riace
Laser

Eppure soffia

La Calabria nuovo porto sicuro per i migranti che arrivano dal mare. Viaggio nella Riace di Mimmo Lucano, di Francesca Calcagno e Francesca Torrani

  • 25.04.2022
  • 22 min
  • Francesca Torrani
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Tornare a Riace nel momento in cui gli occhi del mondo sono voltati altrove. Tornare a Riace per vedere cosa è rimasto di un’esperienza di accoglienza dei migranti che a un certo punto era sotto i riflettori del mondo perché – semplicemente – funzionava: integrazione, lavoro, laboratori, case abbandonate e riaperte, nascite. Vita. Tornare a Riace oggi che è vuota, oggi che il suo sindaco storico, Domenico Lucano, è in attesa del giudizio definitivo dopo che il procuratore di Locri Luigi d’Alessio ha ravvisato illeciti nella gestione dei migranti. E dopo che i giudici dello stesso Tribunale gli hanno inflitto in primo grado oltre 13 anni di carcere. Riace vuota, ma ancora piena dei segni e della vita che ha visto passare. I laboratori del vetro, della tessitura, il forno per il pane sono ancora lì, come intatti: e viene facile immaginare cos’era quel paesino della Calabria quando i colori del mondo lo hanno abitato. Mimmo Lucano ci guida tra le viuzze di Riace e ci indica i progetti che ha cresciuto e lanciato. Lui che non è più sindaco ma che con le mani continua a disegnare parole di accoglienza. Perché la Calabria è diventata un nuovo attracco. I migranti che arrivano sulle coste dello Jonio sbarcano per lo più a Roccella Jonica, al porto delle Grazie, in un porto sicuro.

Con le voci di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace; Concetta Giuffrè, presidente della Croce Rossa regionale; Francesco, volontario della Croce Rossa; abitanti di Riace; e con la partecipazione di chi ha la responsabilità del progetto Riace: il vento e il mare.

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