Per Vittorio Sereni, nel centenario della nascita

«Vorrei che fosse sempre estate. / Essere in disaccordo con le stagioni significa / essere in disaccordo con l’esistenza. / Scrivere fa parte dell’esistenza». Sono versi di Vittorio Sereni, voce tersa e indimenticabile, intimamente “classica” fra i poeti italiani degli ultimi decenni del Novecento. In lui la scrittura, in poesia e in prosa, era davvero connessa alla vita, l’identità della sua esistenza. L’amico e critico Pier Vincenzo Mengaldo afferma infatti che in lui «l’uomo e il poeta facevano tutt’uno». A lungo collaboratore della Radio e Televisione svizzera, le due puntate di Laser, curate da Antonio Ria, intendono rendergli omaggio nel centenario della nascita (Luino, 27 luglio 1913) e nel trentesimo della morte, iniziando proprio dall’ascolto della sua inconfondibile voce. Come rileva Mengaldo, la «poesia di Sereni presuppone una compartecipazione del lettore». Una “compartecipazione attenta” è proprio offerta dalla giovane studiosa ticinese Giorgia Fioroni (Università di Ginevra) nella sua recentissima edizione commentata delle prime due raccolte poetiche di Sereni: “Frontiera” e “Diario d’Algeria” (Fondazione Bembo / Guanda). E tra le novità editoriali spicca il fondamentale Oscar Mondadori “Vittorio Sereni. Poesie e prose”, curato da Giulia Raboni (Università di Parma), che parla della sua poesia come «divorante passione, vissuta senza falsi pudori, fatta di attese…». Da segnalare infine la nuova edizione de “Gli immortali dintorni. Primi e secondi”, introdotta da Franco Brioschi (il Saggiatore). Essenziale nelle due trasmissioni la testimonianza della figlia di Sereni, Silvia, e quella di Gian Carlo Ferretti, che illustra l’impegno etico e civile di Vittorio, soprattutto nella sua lunga militanza in campo editoriale.