Malissimo
La lettura del rapporto della Commissione della Gestione del Consiglio degli Stati su come le autorità federali si sono comportate nel tentativo di risolvere la crisi libica è un devastante susseguirsi di disfunzioni, errori, presunzioni e personalismi, compiuti dall’esecutivo - in particolare nelle persone dell’allora presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz e della ministra degli Esteri Micheline Calmy-Rey – che preoccupa. Ce n'è un po' per tutti: consiglieri Federali che non si parlano, che fanno il contrario di quello che dicono, che agiscono fuor dalle loro competenze, che firmano accordi a nome del paese senza avvertire nessuno, che non rendono partecipi i colleghi toccati marginalmente dalla vicenda, che lasciando la carica non avvertono i loro successori di quanto già messo in atto. Insomma, una descrizione che poco rispecchia l’immagine di paese organizzato, prudente e corretto che eravamo abituati ad avere. Un immagine che però è cambiata molto, anche se internamente non ce ne siamo accorti subito. Esternamente infatti l’immagine del paese è andata deteriorandosi a seguito di avvenimenti puntuali e di crisi sempre più ravvicinate. Dalla questione degli averi ebraici negli anni Novanta fino al caso Polanski di quest’anno (citando pindaricamente scudi fiscali, qualche votazione, l'agire Ubs negli Stati Uniti e i CD rubati) molte cose sono cambiate. Avvenimenti puntuali che hanno mostrato un paese in difficoltà nel muoversi sulla scena internazionale e con sempre meno “amici”. Di Governo, di personalità e personalismi e di posizionamento internazionale abbiamo discusso a Modem.
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