In Svizzera le persone senza una confessione sono diventate il gruppo di maggioranza relativa secondo i dati 2022 dell’Ufficio federale di statistica pubblicati pochi giorni fa. La popolazione senza affiliazione religiosa arriva ormai al 34% ed è in crescita, a fronte di un 32% di cattolici e un 21% di evangelici riformati, con questi due gruppi in diminuzione.
La quota più elevata di persone senza appartenenza religiosa si riscontra nella fascia di età dai 25 ai 34 anni (42%). Solo il 16% di quelle dai 75 anni in su dichiara di non avere alcuna confessione religiosa, mentre tale quota aumenta costantemente man mano che la fascia di età scende (ad eccezione dei giovani dai 15 ai 24 anni). Nel complesso “l’assenza di credo” è maggiormente rilevata tra gli uomini che non tra le donne (il 36% contro il 31%).
Tendenze in corso da decenni, soprattutto nelle città, eppure sembra si sia arrivati ad un cambio di passo, sorgono allora vari interrogativi: da cosa aspettarci per i prossimi anni a quali saranno, per la società e per i singoli, le conseguenze di questi cambiamenti nella spiritualità. C’è anche da capire come reagiscono le istituzioni religiose. Senza dimenticare che fede e spiritualità esistono anche al di fuori delle strutture religiose organizzate. Se ne discute con:
Irene Becci, sociologa e antropologa, professoressa e decana della Facoltà di Teologia e Scienze delle Religioni dell’Università di Losanna;
Don Carlo Vassalli; vicario di Gordola e Lavertezzo e assistente della Pastorale giovanile in Ticino.
In un’intervista registrata Giovanni Barella, presidente onorario della sezione ticinese dell’Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori.
Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703681