602248679_highres.jpg
Modem

Albania alle urne... e alle buche delle lettere

Alle elezioni di domenica hanno per la prima volta potuto votare gli albanesi all’estero

  • Oggi
  • 32 min
Scarica


Ieri fino alle 19 si è votato in Albania per il rinnovo del Parlamento. A contendersi il potere dalla fine della dittatura socialista di Hoxha nel ‘90 sono il Partito Socialista e il Partito Democratico. Ed è così anche questa volta con il premier uscente del PS, Edi Rama, che punta al quarto mandato. Il principale sfidante è una vecchia conoscenza: Sali Berisha, ex presidente e già primo ministro per il PD. Ormai 80enne, con uno stile trumpiano, con alle spalle problemi giudiziari ha deciso di ripresentarsi alla testa dell’opposizione.

Per la prima volta potranno però esprimersi anche gli albanesi della diaspora e i loro voti potrebbero essere decisivi perché nuove forze politiche entrino in Parlamento. E questo, nonostante il divieto di Tik Tok e il controllo dei media da parte del partito al potere ostacolino il cambiamento.

Sullo sfondo la domanda di adesione all’Unione Europea da parte dell’Albania. I passi avanti fatti in termini di sviluppo economico e tante questioni ancora da risolvere, prime fra tutte la lotta alla corruzione e alla criminalità. Inoltre, sono sempre presenti un forte divario sociale e una povertà che affligge larghi strati della popolazione, in particolare nelle zone rurali. Dall’Albania si continua ad emigrare, soprattutto se giovani, in cerca delle opportunità che mancano in patria.

Ne parliamo con

Erion Gjatolli, Ricercatore all’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa
Giovanni Vale, giornalista freelance dai Balcani, collaboratore RSI
Beda Romano, corrispondente del Sole 24 ore a Bruxelles

Scopri la serie

Correlati

Ti potrebbe interessare