Cerimonia di ordinazione presbiteriale di don Mattia Poropat, presieduta dal Vescovo Valerio Lazzeri nella Cattedrale di San Lorenz
Controcorrente

Occorre cambiare le regole sulla nomina del Vescovo di Lugano, eliminando i vincoli che impediscono ai preti non ticinesi di accedere alla carica?

Con Antonio Bolzani

  • 20.01.2023
  • 26 min
  • Tipress
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Secondo voi è giunto il momento di cambiare le regole sulla nomina del Vescovo della Diocesi di Lugano, lasciando maggiore libertà nella scelta del profilo migliore, indipendentemente dalla nazionalità dei sacerdoti? È l’interrogativo odierno sul quale ci soffermiamo e che s’inserisce sulla scia di una petizione, lanciata negli scorsi giorni, che sta facendo discutere dentro e fuori il mondo della chiesa ticinese. L’iniziativa, lanciata da tre cittadini, parte dalla premessa che la legge attuale limita la scelta alla cittadinanza ticinese del Vescovo e preclude così la possibilità di scegliere, ad esempio, fra preti nati in Ticino ma non di cittadinanza ticinese o preti non nati in Ticino, ma attivi e operativi nella Diocesi di Lugano da tempo, ma che non hanno, per ragioni diverse, la cittadinanza ticinese. Le prescrizioni dell’accordo, siglato oltre 50 anni fa, appartengono quindi ad un periodo storico molto particolare. All’epoca, per far accettare l’autonomia della Diocesi di Lugano, si concordò che il Vescovo dovesse necessariamente essere cittadino ticinese, qualcosa però che oggi -sostengono i promotori- non ha senso: il clero non è più quello di una volta, la realtà ecclesiale del Cantone è perfettamente integrata con quella svizzera. E quindi -sempre secondo coloro che vorrebbero cambiare le norme attuali- il Papa dovrebbe essere libero di poter scegliere chi vuole, anche perché -sottolineano ancora i favorevoli ad una revisione- se a tutto questo si aggiunge il calo delle vocazioni locali, rispetto al 1968, in un territorio piccolo come il Ticino si capisce che siamo davanti ad una legge anacronistica. Va ancora aggiunto che l’iniziativa non ha un carattere istituzionale; i proponenti agiscono cioè in nome proprio e non in rappresentanza di enti, associazioni o partiti. Per la verità da molto tempo si discute sulla limitazione alla nomina del vescovo di Lugano e sulla interpretazione di questa norma e quindi questa petizione ha il merito di rilanciare e di riaccendere un dibattito che vede anche una parte di opinione pubblica che ritiene che non spetti a singoli cittadini proporre dei mutamenti legislativi ma al Papa o allo stesso Vescovo della Diocesi di Lugano. In sintesi: la proposta deve giungere dalle sedi appropriate, seguendo un preciso iter e una determinata procedura, e quindi va formulata all’interno del mondo ecclesiastico e non deve arrivare dall’esterno. Ritornando a questo appello, fra l’altro indirizzato al Consigliere federale Ignazio Cassis e al Nunzio apostolico Mons. Martin Krebs, per una revisione della convenzione che prevede la nomina di un vescovo di Lugano esclusivamente di «cittadinanza ticinese», vi chiediamo se queste norme, risalenti ad oltre 50 anni fa, oggi sarebbero da rivedere e da riattualizzare, allargando quindi il campo d’azione a coloro che devono scegliere il Vescovo più adatto per la Diocesi di Lugano. In sintesi: meno vincoli, meno restrizioni e maggiore libertà di scelta per la nomina del Vescovo della Diocesi di Lugano?
Dite la vostra, telefonandoci allo 0848 03 08 08

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