Sono numerosi i regimi che hanno adottato e ancora adottano il controllo dei mezzi di comunicazione, ostacolando la diffusione di mode e cantanti stranieri e tendendo a incoraggiare canzoni tradizionali, allegre e spensierate, per dar l’idea che tutto va bene. Durante nazismo, fascismo, stalinismo e franchismo il problema della censura nell’arte si era ampiamente esteso all’arte dei suoni. Altro aspetto dibattuto ai giorni nostri, quello del gender gap in ambito culturale; essendo in qualche modo una forma di potere, di espressione e costruzione della conoscenza, la cultura – e così la musica - è ritenuta da sempre piuttosto appannaggio degli uomini, a scapito della creazione al femminile. Patricia Barbetti e Giovanni Conti tentano di far confluire questi due problematici aspetti della creazione artistica parlandone con Alceste Ayroldi, docente, saggista, critico musicale, collaboratore stabile della rivista Musica Jazz e inventore della lezione-concerto Sparate sul jazzista: la censura nel jazz .
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