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Mel D, c’è tanta forza in quelle giovani ossa

“Young Bones”, il primo album della musicista zurighese, è un rifugio per chi a questo mondo cerca dolcezza, altruismo e un pizzico di magia

  • 20 ottobre, 15:03
30:00

Mel D - Young Bones

Confederation Music 19.10.2025, 19:30

  • Ottilia Szabo
Di: Confederation Music/RigA 

«Ci sono sempre state cose che non riuscivo a raccontare a parole. Ma poi è arrivata la musica». La musica come barlume di speranza, come promemoria per ricordarci che oggi abbiamo bisogno di tanto amore e magia e che, in questo mondo, dovremmo prenderci cura gli uni degli altri. Una richiesta d’aiuto e di speranza, un mantra per l’umanità.

La giovane cantautrice zurighese Mel D, dopo una serie di singoli convincenti, ha pubblicato il suo album di debutto il 5 settembre 2025; s’intitola Young Bones, è uscito per Two Gentlemen ed è stato co-prodotto tra Zurigo e Parigi dall’amico Dino Brandão e dal francese Renaud Letang.

La musica di Mel D è organica, ha il suono e il sapore degli strumenti musicali veri: accelera e rallenta, si riempie e si svuota in un continuo ping-pong tra etereo e terreno. In questo gioco di rimandi, trovano posto brani che schizzano da un umore all’altro, da un’atmosfera all’altra, come Not Crazy. «La sera prima, in un bar, mi stavo rilassando e un signore si è avvicinato e mi ha detto: ”Perché non stai sorridendo? Non abbiamo un bell’aspetto quando siamo arrabbiati?” Io volevo solo avere la mia pace e tranquillità. E lui ha continuato: “Lei è una giovane donna, dovrebbe sorridere”. Mi ha fatta arrabbiare moltissimo» così ricostruisce l’ispirazione per il pezzo.

Nelle nove canzoni di Young Bones, Mel D mette in poesia il desiderio e la malinconia, con una voce avvolgente e toccante, fragile e potente, intensa e giocosa. «Credo che questo progetto sia molto personale. Viene dal profondo. Penso che non importi quale sia la mia storia, piuttosto che gli ascoltatori possano metterci le loro, di storie, oppure trovare rifugio o divertimento in questa musica. Direi che il filo conduttore di questo album sia stato realizzare il disco più onesto possibile».

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