Dopo molte discussioni la Federazione internazionale di atletica leggere ha deciso di imporre nuovamente dei livelli massimi di testosterone nelle atlete che parteciperanno a competizioni ufficiali sulle distanze superiori ai 400m e inferiori al miglio (1'609m), inclusi gli ostacoli e gli eventi multipli. Questa misura andrà a toccare in particolare le atlete affette da iperandroginismo come, su tutte, la sudafricana Caster Semenya, dominatrice degli 800m femminili.
Le nuove regole, che tecnicamente permettono un livello massimo di 5 nmol/L di testosterone, entreranno in vigore il primo novembre del 2018, con oltre un anno di ritardo sulla pubblicazione di uno studio che lo scorso luglio aveva dimostrato che le atlete intersessuali traevano un vantaggio dall'eccessiva presenza di ormoni maschili nel proprio corpo.
A seguito degli exploit della Semenya nel 2009 era già stato introdotto un regolamento simile, sospeso però dal Tribunale arbitrale dello sport nel 2015 dopo il ricorso di un'atleta indiana. Il TAS aveva stabilito che al fine di reintrodurre la regola la IAAF avrebbe dovuto poter provare scientificamente il sospetto vantaggio.