dall'inviato a Rio de Janeiro Marcello Ierace
Quando si è uno contro tutti una mano fa sempre comodo. L'arbitro è solo per definizione: qualsiasi scelta lui faccia, troverà sempre qualcuno pronto a criticarla. Ecco perché, col passare del tempo, con la professionalizzazione totale dello sport e l'aumento della pressione, si è resa necessaria la creazione di figure di sostegno per i giudici di gara. Una di queste è incarnata dal ticinese Mattia Piffaretti, psicologo dello sport e che a Losanna ha fondato lo studio di consulenza psico-sportiva AC&T Sport Consulting, attivo pure sul territorio ticinese.
"La più grande sfida mentale per un arbitro è affrontare i propri errori con serenità"
Mattia Piffaretti
Piffaretti, che già ha lavorato con gli arbitri in passato, è stato contattato dalla Federazione internazionale di volley (FIVB), che ha pure sede a Losanna, proprio per svolgere un lavoro coi direttori di gara della pallavolo indoor e del beachvolley in vista di queste Olimpiadi. "Il primo contatto l'abbiamo avuto a fine 2015 - ci racconta lui stesso - Poi il progetto ha avuto inizio a gennaio 2016. Nel mese di marzo ci siamo incontrati per la prima volta proprio qui a Rio de Janeiro e da lì ho iniziato a seguire questo gruppo di arbitri in giro per le varie tappe del circuito internazionale di beach e di volley. Un lavoro che è poi proseguito e si è concretizzato prima e durante il periodo olimpico".
Sono 20 gli arbitri di volley e 16 quelli di beachvolley che seguono i consigli dello psicologo ticinese. "L'arbitro, come l'atleta, ha una grande sfida che è quella di arrivare al giorno X al massimo delle sue potenzialità ed esprimere la sommità delle proprie competenze, e questo proprio nel momento in cui la pressione è più alta", ci spiega Mattia Piffaretti che abbiamo incontrato in questi giorni alla caldissima arena del beachvolley di Copacabana.
Rio 2016, l'intervista a Mattia Piffaretti (17.08.2016)
RSI Sport 17.08.2016, 20:39