Il Museo d’Arte di Mendrisio dedica una doppia esposizione a due protagonisti del Novecento, Pablo Picasso e Markus Raetz. Due universi lontani nel tempo e nello stile, ma accomunati da una stessa curiosità per la grafica e l’incisione, e da una instancabile tensione verso la sperimentazione. Le mostre, curate da Barbara Paltenghi Malacrida e Francesca Bernasconi, raccontano la forza vitale del segno, il dialogo tra tecnica e libertà, e l’evoluzione del pensiero artistico attraverso la stampa.
Picasso: la grafica come linguaggio universale
«La difficoltà, credo, quando si ha a che fare con Picasso, è il tentativo, da curatore, di fare un po’ di ordine» afferma Barbara Paltenghi Malacrida al microfono di Emanuela Burgazzoli nella rubrica Voci dipinte. «Picasso ha avuto un’attività lunga 70 anni, migliaia e migliaia di opere, quindi credo sia doveroso fare delle scelte stilistiche e di allestimento per favorire al pubblico la giusta ricezione di un artista che è l’idea platonica della poliedricità».
Dopo 35 anni, torna in Ticino un’esposizione dedicata alla grafica di Picasso, articolata in otto sezioni tematiche.
«Picasso ha realizzato 2500 lastre nella sua vita e moltissime in tematiche distinte», continua Paltenghi Malacrida, «tematiche che porta avanti anche nella pittura, nel disegno, nella scultura, nella ceramica. Serve a sottolineare la modernità incredibile di Picasso, ma anche la genialità di un uomo capace di realizzare nello stesso giorno due opere che sembrano distanti secoli stilisticamente».
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L’amicizia con Georges Bloch e la sperimentazione tecnica
«Georges Bloch non era solo un collezionista, ma anche un vero amico di Picasso», racconta Linda Schädler, direttrice della collezione di grafica del Politecnico di Zurigo. «Si sono conosciuti nel 1953. Picasso e Bloch si stimavano molto a vicenda. Durante le visite, Picasso gli mostrava volentieri fogli molto rari […] Bloch lo ispirava talvolta a nuovi esperimenti».
Bloch, collezionista e amico, ha contribuito a rendere la Svizzera uno dei centri più importanti per l’opera grafica di Picasso .«Questa è una figura fondamentale», sottolinea Paltenghi Malacrida, «che ha permesso alla Svizzera di avere le migliori incisioni di Picasso, grazie a Georges Bloch che andava personalmente a scegliere e ad acquistare. È un lusso che abbiamo ritenuto importante sottolineare».
Markus Raetz: la pazienza e il movimento del segno
«Circolare è un aggettivo che ben descrive la pratica di Markus Raetz», spiega Francesca Bernasconi. «È stato un artista che amava ritornare su motivi e ricerche che magari aveva iniziato venti o trent’anni prima. I suoi taccuini sono un mondo meraviglioso da scoprire».
L’esposizione dedicata a Raetz presenta novanta opere dedicate alla tecnica del bulino e in gran parte sono inedite: «Alcune opere lui non le ha viste nemmeno nella versione finale stampata» continua Bernasconi, «l’ultimo portfolio è stato stampato solo nel 2023 e qui presentato per la prima volta nella sua integralità». Il gesto minuzioso dell’incisione «è una tecnica che deriva dall’oreficeria», spiega Bernasconi, «richiede una maestria e un controllo, e anche un lunghissimo apprendistato. Aveva sempre avuto timore di questa tecnica».

Markus Raetz, Flugkörper, 2016, Bulino.
Dialoghi e parallelismi
Le due mostre si integrano a vicenda: le opere di Picasso esposte non includono quelle realizzate con la tecnica del bulino, che invece rappresenta il tratto distintivo della produzione di Raetz. Infatti, «L’idea di questo doppio progetto è proprio la complementarità», afferma Paltenghi Malacrida. «Abbiamo pensato di unire le due mostre per consentire al pubblico di entrare in tutti i settori della stampa d’arte novecentesca».
Mito e violenza
«Nella stanza della mitologia», spiega Paltenghi Malacrida, «il Minotauro ci colpisce nelle sue due nature: la ragione e l’istinto, il caos e l’ordine. È l’alter ego di Picasso. Lui si sente metà uomo e metà bestia sotto molti aspetti». E ancora, l’opera incisa che anticipa Guernica (dipinto ispirato al bombardamento di Guernica):
«Quando lui inizia quest’opera, l’8 gennaio 1937, il bombardamento di Guernica non è ancora avvenuto. Ma già appaiono la donna con il figlio morto, il volto femminile urlante: elementi che ritroviamo anche nel dipinto Guernica».

Pablo Picasso, 06.08.1968 II, Aquaforte.
Il vigore e la pazienza
«Realizza in sette mesi 347 incisioni», racconta Paltenghi Malacrida. «Un ritmo forsennato, dettato dalla paura di morire. Dentro queste 347 incisioni c’è tutto Picasso: il Minotauro, Jacqueline, il matador, la cultura popolare, i figli…È un diario per immagini, una dimostrazione di immortale vitalità». Ritmi del tutto opposti quelli che invece contraddistinguono Raetz: «Abbiamo invece in mostra una lastra sulla quale Marcus ha lavorato per dieci anni», conclude Bernasconi. «Due attitudini completamente diverse, che sono date sia dalla tecnica ma anche dalle tematiche. È molto bello poter avere questo dialogo che accade nelle sale del nostro museo».
Due pubblicazioni, dedicate rispettivamente a ciascun artista, accompagnano l’esposizione e ne approfondiscono i percorsi, i legami e le differenze, come due facce dello stesso segno.
Inventare l’immagine: Picasso e Raetz incisori
Voci dipinte 02.11.2025, 10:35
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