La Fondazione Beyeler di Riehen, appena fuori Basilea, ha inaugurato una grande retrospettiva dedicata a Yayoi Kusama, 96 anni, settanta di carriera. Per la prima volta l’esposizione porta in Europa anche le sue opere più intimiste, realizzate a partire dagli anni Cinquanta. Una prima svizzera che consacra una gigante dell’arte contemporanea che vive da anni in un ospedale psichiatrico, dove continua però a creare le sue celebri installazioni a specchi e sculture dai colori pop.
Lou Lepori, figura attiva nel contesto culturale fra poesia, scrittura e giornalismo, ha visitato la mostra per RSI e ad Alphaville racconta l’iniziale scetticismo verso «l’aspetto facile facile di un’arte allegra e digeribile alla Jeff Koons». Ma la mostra ha riservato sorprese: «Anche i più smaliziati hanno dovuto arrendersi di fronte al genio di questa artista»
Kusama, spiega Lepori, «traccia una linea unica in un percorso ricco e intenso, come quello di tante altre donne dell’arte, spesso note solo in tarda età. Forse più che di linea bisognerebbe parlare di punto: il puntino, il polka dot, è un’ossessione, non un orpello grafico». Un’ossessione che nasce nell’infanzia: «Figlia di vivaisti, comincia molto presto ad avere visioni in cui si sente sparire nella natura - da qui l’idea della self obliteration, la dissoluzione di sé».

La curatrice Mouna Mekouar ripercorre l’importante decisione dell’artista di lasciare il Giappone nel 1957: «Nel clima teso del dopoguerra, a 26 anni, pur parlando poco inglese, Kusama parte con alcuni disegni sottobraccio e si trasferisce dapprima a Seattle, poi a New York, dove decide di aprire uno studio per realizzare opere ancora più monumentali». Il viaggio in nave, racconta, le ispira il senso dell’infinito e del movimento, «un nuovo rapporto con la natura, molto diverso da quello che aveva in patria». A New York Kusama «segue il proprio percorso e la propria profonda ispirazione. Certamente si trova nel momento in cui pop art, Espressionismo astratto e minimalismo sono al loro culmine, e questo è visibile nella sua opera. Si dice che Oldenburg abbia visto le sue soft sculptures e che Warhol si sia ispirato alle sue carte da parati per i suoi wallpaper con le mucche. Che sia realtà o leggenda, non lo sapremo mai».
A caratterizzare le opere di Kusama è senz’altro il tratto immersivo. La curatrice sottolinea come l’artista abbia introdotto un nuovo modo di intendere l’esperienza estetica: non più osservazione esterna, ma immersione totale. Kusama è tra le prime a concepire l’arte come spazio da abitare, dove il pubblico diventa parte dell’opera. È una visione che anticipa sia l’arte immersiva che quella relazionale, fondata sul rapporto diretto tra spettatore e ambiente.
Lepori descrive per immagini la mostra: sale coperte di specchi, sculture installative in cui entrare, una stanza sotterranea gialla attraversata da tentacoli color senape a pois. Ma non ci sono solo i lavori più noti: è interessante seguire l’evoluzione dell’artista dai disegni ossessivi realizzati già a dodici anni, fino ai monocromi di Seattle e alle sculture di falli molli.

Tra le opere esposte, anche Narcissus Garden, collocata nella fontana all’ingresso del museo, con le celebri sfere a specchio che Kusama portò alla Biennale di Venezia nel 1976 per venderle a due dollari l’una, «al prezzo di un hot dog». Un gesto provocatorio che, come molte altre opere in mostra, testimonia la coerenza e la forza espressiva del suo percorso.
Lepori conclude evidenziando la capacità dell’artista di sorprendere e rinnovarsi: «Ogni sala sorprende. Pur nella vena ossessiva, Kusama non smette di innovare ed estendere il suo linguaggio». La mostra celebra un’artista singolare, riconoscibile e mai banale, capace di trasformare la propria visione in un universo coerente e potente.
La retrospettiva alla Fondazione Beyeler rimarrà aperta fino al 25 gennaio. Un’occasione per attraversare, sala dopo sala, un universo dove colore, ripetizione e follia convivono. Un viaggio che racconta la visione del mondo infinitamente puntinata di Yayoi Kusama.
Yayoi Kusama
Alphaville 13.10.2025, 11:05
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