Classe 1941, nato in Texas, cresciuto in una famiglia molto conservatrice, Robert Wilson è stato un visionario del teatro. Regista, scenografo, artista a tutto tondo vinse il Leone d’Oro con una sua installazione e conquistò la fama mondiale nel 1986 con l’opera Einstein on the Beach, in collaborazione con il compositore Philip Glass. In collegamento dal Festival di Bayreuth, la critica teatrale Sabrina Faller, per Alphaville, ricorda l’artista, scomparso il 31 luglio all’età di 83 anni, mettendone in luce la relazione con l’opera wagneriana. Entrambi concepivano il teatro come un Gesamtkunstwerk, un’opera totale.
Proprio perché mi trovo a Bayreut, mi ha fatto subito venire in mente che h, tutto sommato, un legame abbastanza forte con Wagner, perché è stato anche lui un portatore di un’idea di opera d’arte totale. Il concetto wagneriano trova riflesso proprio nell’operato di Bob Wilson, che è stato un uomo di teatro a tutto tondo. Un regista sperimentale, coreografo, attore, lui stesso, scenografo e video-artista, scultore, pittore, organizzatore di mostre. Insomma, non c’è un aspetto del teatro che lui non abbia voluto toccare con mano, in cui non sia intervenuto. È veramente uno dei geni del nostro tempo, perché ha rivoluzionato il nostro modo di vedere il teatro, e di farlo, ponendo l’accento su elementi come il tempo e lo spazio.
Sabrina Faller
Dopo aver studiato all’Università del Texas e al Pratt Institute di Brooklyn, Robert Wilson ha fondato, a metà degli anni sessanta, il collettivo artistico newyorkese The Byrd Hoffman School of Byrds e ha sviluppato le sue prime opere, tra cui Deafman Glance (1970) e A Letter for Queen Victoria (1974-1975). Con Philip Glass ha scritto l’opera Einstein on the Beach (1976). In tutti i suoi lavori per il palcoscenico le sue opere hanno sempre integrato, in modo originale, per nulla convenzionale, un’ampia varietà di mezzi artistici: la danza, la scultura, la musica, l’illuminazione e soprattutto naturalmente il testo. I suoi testi e le sue produzioni si sono guadagnate negli anni l’ammirazione del pubblico e della critica di tutto il mondo entrando a pieno titolo tra i grandi protagonisti della storia del teatro.
Robert Wilson ha avuto un rapporto intenso con i classici: con William Shakespeare, con Omero, con Anton Čechov, con Euripide, con Samuel Beckett. È stato lui stesso interprete de “L’ultimo nastro di Krapp”, un interprete indimenticabile, e ha diretto Adriana Asti, che ci ha lasciato poche ore prima di lui, in “Giorni felici” di Beckett.
Sabrina Faller
Robert Wilson lascia un grandissimo vuoto nel mondo del teatro. Ricordi di spettacoli, spesso lunghissimi e indimenticabili, ma lascia anche una importante eredità: un centro da lui fondato nel 1992, il Watermill Center a Long Island. Un laboratorio per le arti performative che promuove la ricerca nelle arti sceniche, offrendo agli artisti, giovani ed emergenti, un ambiente unico per la creazione e l’esplorazione del teatro e di tutte le forme d’arte correlate. Un centro che sostiene progetti che integrano generi e forme d’arte diversi, che rompono con le forme tradizionali di rappresentazione e sviluppano approcci democratici e interculturali. Il posto ideale per capire la grandezza di Robert Wilson, dove la sua intera collezione d’arte, di libri, fotografie e film sono a disposizione per la ricerca, lo studio e l’ispirazione degli artisti del presente e del futuro.
Un artista per l’arte totale, totalmente per l’arte.

Robert Wilson, artista a tutto tondo
Alphaville 01.08.2025, 11:45
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