Arte e Spettacoli

Corpi che danzano, spezie che parlano

A Casa Rusca, due mostre che intrecciano spiritualità, materia e gesto

  • Ieri, 17:00
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Le grandi tele di Monia Ben Hamouda

  • RSI
Di: Lorena Pianezza 

Il Museo Casa Rusca di Locarno conclude il calendario espositivo del 2025 con due proposte: Path of Totality di Monia Ben Hamouda e Knowing Bodies, mostra collettiva che ruota attorno alla figura «dell’artista del movimento» Simone Forti.

Entrambe curate da Gioia Dal Molin, le esposizioni offrono uno sguardo sensibile e penetrante sull’arte contemporanea, sulle sue urgenze e sulle sue possibilità.

Aperte fino all’11 gennaio 2026.

La prima mostra, Path of Totality, è dedicata a Monia Ben Hamouda, artista milanese nata nel 1991, figlia di un calligrafo islamico. La sua produzione artistica fonde l’eredità tunisina con una ricerca visiva attenta alle stratificazioni culturali e spirituali che definiscono l’identità..

Spezie e calligrafia: un ponte tra tradizione e contemporaneità

A Casa Rusca, il suo lavoro si rivela come un’esperienza immersiva e multisensoriale. Grandi tele, disegni di piccolo formato, sculture in legno e ferro compongono un universo visivo denso di suggestioni. In particolare, le sculture in ferro evocano la calligrafia islamica: astratte e figurative al tempo stesso, danno forma a un linguaggio che intreccia memoria e contemporaneità.

A permeare lo spazio espositivo, l’aroma intenso di spezie come cannella, ibisco, cumino e peperoncino in polvere: elementi che non si limitano a decorare, ma portano con sé significati simbolici e rituali, capaci di solleticare i sensi. Queste spezie sono al centro della ricerca artistica di Monia Ben Hamouda, che da anni ne esplora il potenziale visivo, olfattivo e spirituale. La sua pratica artistica affonda le radici nella cultura araba, intrecciando tradizione e sapere in un gesto creativo che riflette con delicatezza sull’identità e sulla trasformazione.

Negli ultimi mesi, il suo lavoro ha preso una direzione più intensa, assumendo tonalità più cupe. In questa evoluzione, emerge una riflessione profonda sulla brutalità del mondo contemporaneo e sulla lotta per preservare il linguaggio come spazio di resistenza:


L’arte ha sempre avuto un valore politico ed è importante, secondo me, che il lavoro degli artisti parli della contemporaneità, soprattutto in un momento così drammatico come quello che stiamo vivendo

Monia Ben Hamouda

03:58

Path of Totality e Knowing Bodies

RSI Cultura 02.10.2025, 17:00

  • RSI
  • Lorena Pianezza, Debora Huber
Simone Forti e l’arte del movimento

La seconda mostra, Knowing Bodies, ruota attorno alla figura di Simone Forti, artista, danzatrice e coreografa nata a Firenze nel 1935 ed emigrata negli Stati Uniti. Pioniera della danza e della performance, il suo lavoro visionario continua a ispirare le generazioni più giovani. «Mi interessa», dice l’artista, «ciò che sappiamo delle cose attraverso il nostro corpo». Ed è proprio questa idea di «body knowledge» il fulcro dell’esposizione.

A Casa Rusca, le sue opere (video, fotografie, disegni e collage) dialogano con quelle di artiste e artisti che condividono un approccio corporeo e performativo: Steffani Jemison, Lenio Kaklea, Marta Margnetti, Katja Schenker, Jeanne Tara, Juliette Uzor e Isaac Chong Wai. Artisti che, come Simone Forti, indagano le relazioni tra corpo e mondo, riconoscendo che ogni gesto corporeo è influenzato dalle condizioni culturali, sociali e politiche in cui si manifesta. Il loro lavoro mette in luce come il corpo non sia mai neutro, ma sempre situato: i movimenti, le posture, le interazioni diventano strumenti per riflettere sul presente e sulle dinamiche che lo attraversano.

Credo che gli artisti delle due mostre sono accomunati dalla consapevolezza delle dimensioni politiche delle loro pratiche: i movimenti del corpo sono sempre anche gesti politici che pensano il corpo in relazione ad altri corpi e al mondo, così come i gesti artistici sono sempre in relazione al contesto in cui avvengono. E credo che proprio qui risieda la magia dell’arte: he con essa e attraverso di essa impariamo qualcosa sul mondo in cui viviamo.

Gioia Del Molin

56:43

A che serve un museo?

Voci dipinte 28.09.2025, 10:35

  • Keystone
  • Monica Bonetti

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