In occasione della Grande Mostra su Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938) al Kunstmuseum di Berna, il museo ha riallestito le sale deputate alla collezione permanente, incentrata sull’arte svizzera, con una selezione tematica, che va dalla pittura di paesaggio di Caspar Wolf fino a Ferdinand Hodler, abbracciando tre secoli di arte figurativa svizzera.
La mostra si intitola Panorama Svizzera. Da Caspar Wolf a Ferdinand Hodler e rimane aperta al Kunstmuseum di Berna fino all’11 gennaio 2026.
L’arte svizzera costituisce un punto focale della collezione del Kunstmuseum di Berna. Le opere della collezione, selezionate per la mostra Panorama Svizzera, esaminano aspetti dell’arte visiva in Svizzera dalla fine del XVIII secolo all’inizio del XX secolo e rappresenta anche importanti gruppi di opere della collezione di dipinti del museo. L’occasione per questa mostra è l’esposizione autunnale del Kunstmuseum di Berna, dedicata a Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938). Dal 1917 il pittore espressionista tedesco trasse infatti ispirazione e nuovi motivi di interesse artistico dalla Svizzera, sua patria d’adozione.
Kirchner a Berna, 92 anni dopo
Alphaville 12.09.2025, 11:05
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Con i suoi paesaggi montani dai colori intensi di Davos, dove si stabilì nel dopoguerra, Kirchner si inserì deliberatamente in una tradizione artistica che a quel punto si estendeva dai maestri minori svizzeri fino a Ferdinand Hodler. In mostra a Berna i dipinti figurativi dei simbolisti da Arnold Böcklin fino allo stesso Ferdinand Hodler. Scene di genere da Albert Anker a Max Buri, imponenti paesaggi montani da Caspar Wolf ad Albert Müller.
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/arte/Ernst-Ludwig-Kirchner-e-gli-artisti-del-gruppo-Rot-Blau--2368258.html
Voci dipinte ha proposto una sorta di passeggiata, attraverso le sale della mostra bernese, per scoprire un accenno di questo ampio e interessantissimo Panorama di arte svizzera, insieme alla curatrice Anne-Christine Strobel.
La nostra collezione possiede molti Ferdinand Hodler, ma anche molti Albert Anker, alcuni dei quali sono stati selezionati per questo percorso espositivo che si apre però con due lavori di Arnold Böcklin, che ci introduce anche alla prima grande sala dedicata al simbolismo, un’altra corrente molto ben rappresentata nelle collezioni del Kunstmuseum di Berna. Grande sala che è dedicata al dialogo con la natura, al desiderio di una vita in comunione con essa. E qua troviamo opere di Hodler, ovviamente Giovanni Giacometti, ma anche Cuno Amiet.
Anne-Christine Strobel
Accostata alla grande esposizione dedicata a Ernst Ludwig Kirchner, perché il grande pittore espressionista tedesco aveva trascorso i suoi primi soggiorni in Svizzera a partire dal 1917 cambiando, dopo questo viaggio, il suo repertorio tematico. Fino ad allora Kirchner aveva dipinto paesaggi urbani, scene di strada. In Svizzera invece comincerà a dipingere paesaggi alpini, anche ritraendo la popolazione locale.

Caspar Wolf, Die Schwarze Lütschine, aus dem Unteren Grindelwaldgletscher entspringend, 1777
E qui ritroviamo degli artisti che lui ha direttamente influenzato, come quelli del gruppo basilese Rot-Blau, ai quali è dedicata una specifica sala, oppure artisti con i quali il grande espressionista tedesco ha collaborato e che ammirava. Come Ferdinand Hodler, i cui quadri sono ritrovabili nella grande sala dedicata ai capolavori del simbolismo. Sala chiamata dalla curatrice: la sala delle realtà nascoste.
Qui troviamo per esempio tele monumentali di Ernest Biéler, un contemporaneo di Ferdinand Hodler, che ha realizzato una allegoria dell’autunno e anche un’allegoria dell’estate. Indagare una dimensione che oltrepassa la realtà è un tratto comune a tutti questi artisti. Qui in particolare si intuisce il forte legame con la natura e anche tra spirito e natura.
Anne-Christine Strobel
In Hodler il legame tra spirito e natura è rappresentato con un crudo realismo, basta osservare l’espressività dei corpi nel capolavoro “La notte”, dove troviamo temi forti come la malattia, il mistero, la morte. Tutti elementi che ispiravano gli artisti a esplorare la realtà dell’invisibile, attraverso immagini e simboli. Del resto, siamo nella fine dell’800, in quegli anni nasceva la psicoanalisi.

Ferdinand Hodler, Die Nacht, 1889–1890
Il simbolismo è una corrente che abbraccia forme espressive molto diverse tra loro. Uno dei grandi nomi del simbolismo elvetico è sicuramente Arnold Böcklin. In mostra lo vediamo rappresentato con il dipinto dal titolo Meerestille (Mare calmo), dove è raffigurata una sorta di sirena.
È una sorta di “femme fatale” con quei capelli rossi, quegli occhi scuri, le mani rosse. Sotto la superficie dell’acqua scorgiamo un tritone, che è un’immagine speculare, in fondo, della sirena, e non sappiamo esattamente né che cosa sia, né se sia ancora vivo, né se sia stato sconfitto da lei.
Anne-Christine Strobel
Un’opera che c’è chi ha voluto leggere come la rappresentazione della battaglia tra i sessi, tra uomo e donna, per raffigurare la quale Böcklin, come impone il suo stile, si serve di figure mitologiche come il Tritone. Figlio di Poseidone, re del mare, creatura mitologica maschile, per metà uomo e per metà pesce. E non lo contrappone ad una Nereide, cui spesso è associato. Le Nereide erano figlie di Nereo, rappresentate come splendide ninfe marine benigne. Böcklin lo rappresenta con una Sirena. Creatura ambigua per antonomasia e perciò pericolosa e ingannatrice, metà donna e metà pesce.

Arnold Böcklin, Meeresstille, 1887
Temi eterni e paesaggi eterni in mostra. E le Alpi non possono mancare e sono raffigurate, nelle opere in mostra, come un luogo in cui potersi ritirare e ritrovare pace, libertà e democrazia. Una immagine che ha dato forza e alimentato il turismo sulle Alpi elvetiche.
Le Alpi erano raffigurate come un luogo in cui potersi ritirare e ritrovare pace, libertà e democrazia. Una immagine che a sua volta ha alimentato il turismo, come documenta per esempio il gruppo di questi distinti cittadini in cammino, in primo piano, nel dipinto di Franz König del 1804, cittadini che sono venuti in montagna per cercare questa atmosfera idillica.
Anne-Christine Strobel

Franz Niklaus König, Der Staubbach im Lauterbrunnental, 1804,

Lo sguardo di Man Ray
Voci dipinte 21.09.2025, 10:35
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