Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano in collaborazione con CAMERA (Centro Italiano per la Fotografia di Torino) propone ai Chiostri Sant’Eustorgio di Milano fino al 19 ottobre la mostra dedicata all’opera fotografica di Dorothea Lange. 140 scatti raccolti per celebrare la fotografa americana a 135 anni dalla nascita. A cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi.
La vidi e mi avvicinai alla madre disperata e affamata nella tenda, come se fossi stata attratta da un magnete. Non ricordo come le spiegai la mia presenza o quella della fotocamera, ma ricordo che mi fece delle domande. Ho scattato sei foto, avvicinandomi sempre di più dalla stessa direzione. Non le chiesi il suo nome né la sua storia. Lei mi disse che aveva 32 anni.
Dorothea Lange sulla donna ritratta in “Migrant Mother”
Dorothea Lange si avvicina alla fotografia nel 1915, imparandone la tecnica grazie ai corsi di Clarence H. White alla Columbia University. Nel 1919 apre il proprio studio di ritrattistica a San Francisco, attività che abbandona negli anni Trenta per dedicarsi a una ricerca di impronta sociale e a documentare gli effetti della Grande Depressione. Compie diversi viaggi nello Utah, in Nevada e in Arizona e nel 1936 si unisce alla Farm Security Administration (FSA) e con questo progetto epocale realizza alcuni dei suoi reportage più famosi, nonostante alcuni contrasti con il capo della divisione di informazione della FSA per le sue scelte stilistiche nel rappresentare il degrado e la povertà. All’inizio degli anni Cinquanta si unisce alla redazione di Life e si dedica all’insegnamento presso l’Art Institute di San Francisco. Muore nel 1965, a pochi mesi dall’importante mostra che stava preparando al Museum of Modern Art di New York.
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/arte/Dorothea-Lange--1780290.html
Per quali motivi andare a visitare questa mostra?
«Direi per due motivi. Il primo perché oltre alla serie bellissima di fotografie scattate per il programma del governo del Farm Security Administration dal 1935, ci sono le prime immagini che Dorothea scattò sulla Grande Depressione del Nel 1929 e proprio quelle immagini spinsero ad abbandonare la sua attività. Lei faceva la ritrattista e guadagnava molto di più. E poi ci sono le foto scattate durante la seconda guerra mondiale nei campi di concentramento, dove gli statunitensi rinchiusero i cittadini di origine giapponese. Lo fecero nel febbraio 1942, dopo l’attacco di Arbour. L’ordine esecutivo 9066 di deportazione fu firmato dal presidente democratico Franklin Delano Roosevelt e Dorothea fu lasciata entrare nel campo proprio dall’amministrazione. Ma poi le foto furono censurate dal governo di Washington. Furono chiuse nel National Archive fino al 2006 e sono state rese pubbliche soltanto da qualche anno. Benché sono veramente, artisticamente e politicamente, secondo me, imperdibili». Valeria Palumbo sulla mostra milanese, nella Corrispondenza di Rete Due.

From 'Day Sleeper' by Dorothea Lange and Sam Contis

Mostra su Dorothea Lange per i 135 anni dalla nascita
La corrispondenza 27.05.2025, 07:05
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