Lo Zentrum Paul Klee di Berna propone la retrospettiva «Rose Wylie. Flick and Float» (19 luglio-5 ottobre). In esposizione 50 dipinti e una dozzina di disegni che ricostruiscono l’opera di Wylie degli ultimi trent’anni, oltre a nuove opere realizzate per l’occasione. Cura la mostra Fabienne Eggelhofer con la collaborazione di Josephine Rechberg.
A novantun anni, Rose Wylie continua a dipingere con la stessa energia che ha sempre caratterizzato la sua pratica artistica. Nel cottage del Kent, dove vive da oltre cinquant’anni, ha trasformato il piano superiore in un laboratorio creativo: giornali strappati e accartocciati, barattoli di vernice e tubetti di colla, raccontano la spontaneità del suo processo artistico.
«Mi piace quando le cose accadono da sole,» dice Wylie, riassumendo con semplicità il suo approccio libero e istintivo alla pittura e alla vita. Ma le cose non sono sempre state semplici per lei. Prima di diventare un nome riconosciuto nel panorama artistico internazionale, Rose Wylie ha vissuto un lungo periodo di silenzio creativo, scegliendo di mettere da parte la pittura per dedicarsi alla famiglia.
Negli anni ’50, era una giovane promessa della pittura britannica. Studentessa al Goldsmiths College di Londra, conobbe Roy Oxlade, anch’egli artista, con cui condivise una profonda affinità intellettuale e creativa. I due si sposarono nel 1957 e si stabilirono nel Kent. Mentre Oxlade proseguiva la sua carriera accademica e artistica, Wylie decise di mettere temporaneamente da parte la propria pratica pittorica per dedicarsi ai figli e alla gestione della casa. «Se dipingi, non puoi essere davvero presente», dirà anni dopo.
Ironia, cultura pop e spontaneità
Per oltre quarant’anni, Rose Wylie ha vissuto lontano dai riflettori. Solo nei primi anni 2000, ormai settantenne, è tornata sulla scena artistica con uno stile ironico, giocoso e esuberante, conquistando critici, gallerie e premi internazionali. Come lei stessa afferma, l’arte non dovrebbe essere difficile o intimidatoria. Nei suoi dipinti di grande formato, Wylie riduce all’essenziale le figure, dando vita a composizioni espressive e immediate.
Dentro il mondo di Rose Wylie
Come racconta nell’intervista, realizzata appositamente dal Zentrum Paul Klee in occasione della mostra, le sue opere si ispirano a esperienze personali, alla cultura pop e alla storia dell’arte. È il caso, ad esempio, del quadro che raffigura le gambette sproporzionate di Filippo II di Spagna, notate per caso in un antico dipinto. Un dettaglio curioso che diventa pretesto per riflettere — con ironia — sulla rappresentazione del corpo e sull’eredità visiva lasciata dalla tradizione pittorica.

Visita all’atelier di Rose Wylie nel gennaio 2025
RSI Cultura 22.08.2025, 14:30
Anche la sua età diventa parte integrante della sua poetica: come già accennato, Wylie ha raggiunto la notorietà dopo i settant’anni, ribaltando l’idea che l’arte appartenga solo alla giovinezza e alla performance. Con la sua vitalità creativa dimostra che non esiste un’età giusta per esprimersi artisticamente, e che l’anticonformismo può fiorire anche fuori dai tempi canonici.
Flick and Float
Alphaville 14.08.2025, 11:05
Contenuto audio
Oggi, Wylie è protagonista di una «trilogia» espositiva: dopo David Zwirner a Londra e il Zentrum Paul Klee a Berna, sarà in mostra alla Royal Academy of Arts nel febbraio 2026. Un riconoscimento che celebra non solo la sua arte, ma anche la sua perseveranza e il suo spirito indomito.