Strumento per cogliere ed esplorare tattilmente la realtà, simbolo di identità e lavoro, di devozione e seduzione. Il tema del guanto (contenitore) e della mano (contenuto), viene investigato in questi giorni al Museo Jenisch di Vevey in una esposizione dal titolo La main (et) le gant aperta fino al 1 8 agosto.
Attraverso una selezione di opere provenienti dalle collezioni del museo, arricchita da numerosi prestiti pubblici e privati, questa mostra tematica, suddivisa in sette capitoli, getta una nuova luce sulle diverse rappresentazioni e forme della mano e del guanto. Disegni, stampe, dipinti, sculture e video che testimoniano il potere creativo e metaforico dei giochi delle mani e dei loro diversi rivestimenti di seduzione, moda, pudore, ma anche tutela: i guanti.
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Célia Muller, Elles ont volé toute l'eau, 2023
Per Alphaville, Lou Lepori ha intervistato lo storico e critico d’arte Philippe Piguet, co-curatore dell’allestimento, che così spiega come nasce l’idea alla base dell’esposizione: «La storia di questa mostra risale a molto tempo fa, forse più di una quindicina d’anni fa. Ero al Museo d’Orsay di Parigi e sono rimasto incantato di fronte a un quadro di Claude Monet, un’opera giovanile del 1868 e un ritratto di grandi dimensioni della moglie Camille, vestita con tessuti molto colorati. Quel che mi ha affascinato, però, sono state le mani della modella una rosa e affusolata, l’altra bianca, quasi astratta perché coperta da un guanto. Mi sono detto allora che questo sarebbe stato un tema magnifico per un’esposizione e da allora in poi ho continuato a collezionare nella mia testa immagini che potessero entrare in questo tema affascinante, perché la mano e il guanto si prestano a una lettura sia estetica, che metaforica. Sono la storia del contenuto e del contenitore».
La mostra, si diceva, spazia e investiga il tema attraverso i secoli, dal XVII secolo fino ai nostri giorni e, continua Piguet: «parte da una serie di tavole anatomiche splendide di Sebastiano Della Bella, realizzate all’inizio del seicento e poi risale nel corso dei secoli. Potrei citare almeno i bellissimi schizzi provenienti dalle collezioni stesse del Museo di Ferdinand Hodler, ma anche il lavoro straordinario di Giuseppe Penone, fino ad arrivare ai video artisti».
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Ulla von Brandenburg, Sans titre, 2006
Una esposizione che mette in evidenza come il guanto e la mano possano trasformarsi da un frammento di vita privata, personale, in una vera e propria riflessione sull’arte. C’è dunque una storia della mano che attraversa la storia dell’arte, sia come strumento che come soggetto, con implicazioni filosofiche importanti tutte da scoprire al Museo Jenisch e che vanno oltre l’estetica.
La mano (e) il guanto
Alphaville 22.05.2024, 11:30