televisione e società

Pippo Baudo, l’architetto della televisione italiana

Volto gentile e autorevole capace di raccontare il Paese con passione, eleganza e profonda umanità: Baudo raccontato da chi lo conosceva

  • Ieri, 15:00
  • Ieri, 17:23
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Pippo Baudo con Lorella Cuccarini e Galyn Gorg nella trasmissione "Fantastico" (1985)

  • Imago - Giorgio Ambrosi
Di: Red. / Alessandro Bertellotti 

La notizia della scomparsa di Pippo Baudo segna la fine di un’era, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama televisivo italiano. Non è stato un semplice conduttore, ma un vero e proprio architetto e demiurgo della televisione, capace di plasmare il gusto e l’immaginario collettivo per decenni. Un uomo che ha saputo «trasformare i palpiti della coscienza collettiva in spettacolo televisivo», come sottolinea Mario Luzzatto Fegiz, critico musicale del Corriere della Sera. Fegiz lo definisce un «realizzatore» e un «bravissimo musicista», che riusciva a «fare cultura e, insieme, intrattenimento».

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Pippo Baudo dopo Pippo Baudo

Laser 18.08.2025, 09:00

  • Imago Images
  • Alessandro Bertellotti

Angela Calvini, responsabile della redazione spettacoli di Avvenire, ribadisce che Baudo «è stato uno dei pochissimi capaci di cambiare veramente la televisione italiana», distinguendosi per la sua abilità di «innovare profondamente senza rinnegare la tradizione». Un equilibrio difficile, ma che lo ha reso l’uomo perfetto per il servizio pubblico italiano.

Il suo curriculum è impressionante: 13 edizioni del Festival di Sanremo, un record assoluto, e la capacità di occupare tutti gli spazi sul piccolo schermo dal pomeriggio della domenica al sabato sera, diventando così un punto di riferimento per intere generazioni. Ha inventato “Fantastico”, lanciando un modo diverso di pensare il sabato sera in TV, capace di radunare tutta l’Italia e un pubblico di tutte le età: un vero fenomeno nazionalpopolare nel senso più nobile del termine.

L’etichetta di “nazionalpopolare”, inizialmente non gradita dal presentatore, è diventata col tempo un vanto e una chiave di lettura del suo successo. Popi Minellono, paroliere di successo per artisti come Ricchi e Poveri e Al Bano, concorda, spiegando che significa «lavorare per il pubblico, per la gente, per il popolo, non per un’élite». Baudo, infatti, «parlava normale, non usava il politichese» e riusciva a entrare «gradito e invitato, nelle case degli italiani e delle italiane», creando così un legame autentico e rassicurante con il pubblico, conclude Minellono.

Tullio Solenghi, attore e comico, ha ribadito la profonda italianità del conduttore: «Si sentiva siciliano, ma non in senso campanilistico», era anzi un «grande personaggio che poteva anche espatriare la sua italianità per trasformarla in uno spettacolo a tutto tondo che non avrebbe sfigurato neanche sui palcoscenici internazionali».

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Controluce - Pippo Baudo

RSI ControLuce 01.12.1996, 09:49

La sua figura è indissolubilmente legata alla scoperta e al lancio di innumerevoli talenti. Da Lorella Cuccarini, a Giorgia e Eros Ramazzotti, fino a Il Trio con Tullio Solenghi e Beppe Grillo, Baudo era un autentico talent scout. Solenghi, che Baudo ha lanciato negli anni ‘70, lo ricorda con affetto: «Mi dava dei consigli, mi conduceva saggiamente verso determinate scelte», considerandolo quasi un fratello maggiore. Popi Minellono smentisce categoricamente le voci di favoritismi: «Non è vero, assolutamente, e a riprova della sua integrità professionale e della sua onestà nel giudicare i giovani a Sanremo, c’è l’appoggio ad artisti come Gigi Finizio, Neri per Caso e Gianluca Grignani».

Oltre alla televisione, Baudo nutriva un profondo rispetto anche per il teatro. Tullio Solenghi evidenzia come «il fatto di inserire uno spazio dedicato al teatro nella sua Domenica In era qualcosa di veramente prezioso», perché offriva visibilità a un mondo, quello del teatro italiano, spesso trascurato.

Angela Calvini lo descrive come un «uomo delle istituzioni» e un «educatore del pubblico italiano», capace di unire cultura e popolarità con garbo e intelligenza. Era anche un personaggio in qualche modo inclusivo, poiché dava risalto alle donne e metteva insieme comicità e musica. Era sempre attento a non offendere e a mantenere l’equilibrio, persino gestendo momenti di tensione, come il celebre episodio dell’uomo che si voleva buttare dalla balconata dell’Ariston.

Pippo Baudo lascia in eredità un modo di fare televisione rispettoso e innovativo, che ha saputo raccontare l’Italia e i suoi cambiamenti. La sua scomparsa non è solo la perdita di un artista, ma di un pezzo della storia della televisione e dell’anima dell’Italia: lo ricorderemo come un uomo che ha fatto di tutto per arrivare veramente nel cuore della gente e ci è felicemente riuscito.

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Pippo Baudo dopo Pippo Baudo

Laser 18.08.2025, 09:00

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