Restauro

Restauro? Meglio la cura costante

I beni artistici e architettonici del nostro spazio pubblico sono una risorsa fragile e non rinnovabile, prendersene cura regolarmente rappresenta una responsabilità sociale di cui si occupa ora un importante progetto nazionale della SUPSI

  • 6 agosto, 15:01
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Crocefissione di Bernardino Luini, Cappella Esedra alla Chiesa di San Nazario, restaurata nel 2015

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Di: Red 

Lo spazio in cui tutti noi ci muoviamo quotidianamente ha una valore enorme che indubitabilmente agisce sulla nostra qualità di vita. A partire dagli edifici storici, testimoni della storia del nostro vivere comune, spazi che rappresentano veri e propri frammenti della nostra storia e della nostra identità culturale. Eppure questo patrimonio, sparso su tutto il territorio nazionale svizzero, viene spesso trascurato. Ed è proprio dalla consapevolezza che si tratta di un patrimonio comune, che abbisogna di cure, nasce il progetto Cultural Heritage Needs Continuous Care.

Il progetto vuole affrontare le questioni relative alla manutenzione del patrimonio culturale immobile, concentrandosi sull’arte pubblica, sugli edifici, e sulle loro superfici decorate, siano essi già classificati o meno, ma reputati di rilevanza culturale. Edifici spesso utilizzati con regolarità dal pubblico, come chiese, costruzioni e spazi pubblici, esposti a molti rischi - dagli atti vandalici ai fattori ambientali - che causano il deterioramento e mettono in pericolo le loro condizioni. I crescenti fattori di rischio, associati alle conseguenze della crisi climatica, rendono ancora più urgente garantire che questo patrimonio sia sottoposto a cure con regolarità e mantenuto in buone condizioni.

Il progetto è finanziato dal Fondo nazionale Svizzero, coordinato da un team del Dipartimento Ambiente, Costruzioni e Design della SUPSI, guidato da Giacinta Jean, docente di storia e tecniche di conservazione e restauro, che, intervistata ad Alphaville, ha spiegato quali sono i risultati ai quali mira questo progetto?

Sono dei risultati molto ambiziosi, perché pensiamo di arrivare a scardinare l’abitudine di intervenire con grossi restauri quando un bene culturale si trova in bisogno, degradato quindi nella necessità. Intervenire facendo poco, facendo regolarmente, facendo soprattutto prima che i danni si verifichino o che i danni possano espandersi in modo incontrollato. Quindi lavoreremo tantissimo con le amministrazioni cantonali. A questo progetto hanno aderito praticamente tutti gli uffici dei beni culturali di tutti i Cantoni. Quindi lavoreremo da Ginevra a San Gallo e tutti con un unico obiettivo, quindi cercare di capire come promuovere delle pratiche di buona manutenzione per gli edifici storici. E quindi questo viene fatto sia con gli uffici dei beni culturali, ma anche con diverse associazioni culturali che hanno una presenza diffusa a livello svizzero.

Giacinta Jean, Dipartimento Ambiente, Costruzioni e Design della SUPSI

Un’ottima azione di prevenzione prima che sia troppo tardi. Va detto che il fatto che sia proprio un dipartimento della SUPSI a coordinare questo progetto nazionale rappresenta un bel risultato per il nostro istituto professionale universitario.

Sì, è stato anche veramente sorprendente, devo dire, per noi ricercatori. Quando abbiamo ricevuto questo finanziamento avevamo già “a bordo” diversi uffici dei beni culturali. Poi, quando abbiamo avuto conferma del finanziamento, ci siamo rivolti sistematicamente a tutti, e tutti hanno aderito con un entusiasmo incredibile. A conferma che questo è un tema necessario. Un tema che tutti sentono come estremamente importante per garantire un futuro più sostenibile alle pratiche della conservazione, per ridurre l’impatto che, anche un intervento di restauro, comunque eseguito con tutte le regole dell’arte, ha su un bene storico antico e fragile.

Giacinta Jean, Dipartimento Ambiente, Costruzioni e Design della SUPSI

12:13

“CH needs CC”

Alphaville 28.07.2025, 11:05

  • Ti-Press
  • Natascha Fioretti


                

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