«Si potrebbe fare anche un fumetto dentro un guscio d’uovo vuoto, se uno ha l’immaginazione.» Così parlava Hugo Pratt, con quella voce roca e ironica, da artista che ha attraversato il mondo con lo sguardo di un poeta e la matita di un narratore.
Ci ha lasciato il 20 agosto 1995, trent’anni fa, ma il suo spirito continua a viaggiare con noi, sulle rotte immaginarie di Corto Maltese, il marinaio senza nave, l’eroe romantico e disilluso che ha saputo incarnare un’intera visione del mondo.
Un rifugio svizzero per un’anima nomade
Negli ultimi anni della sua vita, Hugo Pratt aveva scelto la Svizzera come rifugio. Dal 1984 abitava a Grandvaux, paesino tra Montreux e Losanna, dove continuava a creare avventure lontano dai riflettori.
È proprio sulle rive del Lago Lemano che è stata realizzata questa preziosa intervista, datata 1986.

Hugo Pratt: un fumetto dentro un guscio d'uovo vuoto
RSI Archivi 14.04.1986, 12:16
Nel corso dell’intervista, Pratt si racconta senza filtri: la passione per il disegno, la convinzione che il fumetto sia una «letteratura disegnata», e la critica tagliente a chi lo considera un linguaggio minore. «Sono coglionate», afferma senza mezzi termini, rivendicando la potenza narrativa del fumetto, capace di parlare a milioni di lettori, di entrare nei musei, di cambiare la percezione della cultura popolare.
Corto Maltese: alter ego e rivoluzione
Corto Maltese, il suo personaggio di maggior successo, nasce alla vigilia del ’68, come risposta a un mondo che stava cambiando.
«Ero stanco dell’eroe anglosassone», racconta Pratt. Voleva un personaggio più mediterraneo, più indomito, più libero. E così nasce Corto: ironico, colto, malinconico. Un uomo che incarna una nuova idea di eroe: non più invincibile, ma profondamente umano, capace di dubbi e di poesia.
Corto maltese, l’avventuriero solitario
RSI Cultura 20.08.2025, 10:30
Pratt scherza sul fatto che lui e Corto non si somigliano affatto – «lui è alto e magro, io no» – ma riconosce che il personaggio è comunque il frutto di molte sue esperienze. Più un compagno di viaggio che un alter ego, un modo per esplorare il mondo e, allo stesso tempo, sé stesso.
L’avventura come immaginazione
Nell’intervista, Pratt distingue tre tipi di avventura: quella spettacolare e costosa del Camel Trophy, quella tragica della dipendenza – l’avventura chimica – e quella più autentica, fatta di immaginazione. «Se uno ha fantasia, può vivere un’avventura anche vicino a casa sua.» È questa la lezione più profonda del suo lavoro: l’avventura non è nei luoghi, ma nello sguardo.
Un’eredità viva
A trent’anni dalla sua scomparsa, Hugo Pratt continua a essere molto più di un gigante del fumetto: è un autore che ha saputo elevare il disegno a forma di letteratura, trasformare l’ironia in filosofia e fare del viaggio uno stile di vita.
Il paesino di Grandvaux, con la sua discrezione e la sua bellezza, è stata l’ultima tappa di questo straordinario percorso.