Non si è guadagnato un posto nel libro dei record degli Academy Awards, ma con i suoi 7 Oscar (su 13 nomination) Oppenheimer è stato consacrato come “il” film del 2023. Poor Things di Yorgos Lanthimos è stato il suo rivale più forte, ma staccato di molto per qualità dei premi vinti: 4 dei più importanti se li è guadagnati il film sul progetto Manhattan e la costruzione della bomba atomica (miglior film, miglior regia per Christopher Nolan, miglior attore protagonista Cillian Murphy e miglior attore non protagonista con Robert Downey Jr.) a cui ha affiancato tre statuette più tecniche, ovvero quelle per montaggio, fotografia e colonna sonora. Un solo Oscar “di peso” per il film di Lanthimos, quello che ha giustamente premiato Emma Stone (per lei è la seconda vittoria personale come attrice protagonista), eccezionale nel ruolo della Frankenstein al femminile Bella Baxter.
Oscar 2024: Oppenheimer su tutti
Alphaville 11.03.2024, 12:35
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Perché Oppenheimer? Perché Nolan piace al pubblico e anche all’Academy, sebbene ancora non lo avesse premiato (ci è andata vicino con Dunkirk nel 2017), ma anche perché, pur se ambientato negli anni ‘40 del secolo scorso, in piena corsa verso la realizzazione di un ordigno nucleare, il film ci porta tristemente a considerare che siamo ancora in presenza di un conflitto che potrebbe degenerare. Un po’ come ci ricorda il premio al miglior documentario (“il film che non avrei mai voluto girare”, ha detto il regista Mstyslav Černov) ovvero 20 Days in Mariupol, racconto dell’assedio della città Ucraina visto da un gruppo di giornalisti determinati a raccontare al mondo quanto stava accadendo durante uno dei momenti più difficili all’inizio della guerra. Anche il premio al miglior film straniero consegnato a The Zone of Interest di Jonathan Glazer mette al centro dell’attenzione la degenerazione bellica (il film di Glazer si aggiudica anche l’Oscar per il miglior sonoro e diversamente non poteva essere, visto che il suo film vive del contrasto tra i suoni del campo di concentramento di Auschwitz opposti alla tranquilla routine domestica del direttore del campo e della sua famiglia, a pochi metri di distanza dall’orrore assoluto). E dal palco Glazer ha detto “il mio film è una riflessione sul passato ma anche sull’oggi e sulla nostra disumanizzazione: che siano le vittime del 7 ottobre e quelle degli attacchi a Gaza sono tutte vittime di questa disumanizzazione”.
Non è stato l’unico momento forte della serata: fin dal tappeto rosso, che come tradizione accoglie la sfilata dei protagonisti della serata, non sono mancati momenti di protesta per sostenere il cessate il fuoco in medio oriente, visivamente rappresentato da una spilla rossa indossata da molti attori e attrici.
RG 07.00 dell’11.03.24: La diretta di Alessandro Bertoglio
RSI Info 11.03.2024, 07:27
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Nella serata di Oppenheimer spiccano, per contrasto, gli zero Oscar per due film importanti come Killers of the flower moon (10 candidature) e Maestro di Bradley Cooper (che di nomination ne aveva 7). Troppo forte il divario con i film premiati secondo i votanti dell’Academy che nonostante le voci della vigilia non hanno premiato Lily Gladstone, la prima nativa americana candidata.
Un po’ di gloria arride anche a tre film importanti nel panorama di quest’anno: Anatomy of a Fall, palma d’oro a Cannes, conquista la statuetta -meritatissima- per la sceneggiatura originale; American Fiction e la battaglia del suo protagonista contro la “cancel culture “ e i preconcetti sulla comunità nera conquistano il premio per la miglior sceneggiatura non originale. Mentre la migliore attrice di supporto è Da’Vine Joy Randolph per The Holdovers.
Un premio, per il miglior cortometraggio, lo vince anche Wes Anderson per il primo dei suoi mini-film ispirati ai racconti di Roald Dahl (The Wonderful Story of Henry Sugar): un contentino per non aver considerato minimamente il suo Asteroid City, che di certo non è uno dei suoi “lunghi” più riusciti.