Qualcuno starà aspettando la comparsa di Jacob Elordi sul tappeto rosso, prima di vederlo nei panni dell’ennesimo mostro di Frankenstein, questa volta riportato sullo schermo da Guillermo del Toro. Altri attendono Julia Roberts, alla sua prima – incredibile a dirsi – presenza veneziana, per il film di Luca Guadagnino che la vede protagonista. Chi è di casa al Lido invece è George Clooney, che torna questa volta insieme a Noah Baumbach.
Quest’anno l’unica Mostra del Cinema al mondo (come ha ricordato il presidente della Fondazione La Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, «noi non siamo un festival») non manca di celebrità, per assicurare l’attenzione del grande pubblico e della stampa, ma nemmeno gli appassionati di cinema – che, si dice, a queste cose non badano troppo – possono lamentarsi.
Se il concorso presenterà le nuove fatiche di Olivier Assayas, Yorgos Lanthimos, Kathryn Bigelow, Mona Fastvold, Benny Safdie (alla sua prima regia senza il fratello Josh), Park Chan-wook, Jim Jarmusch e François Ozon, la sezione Fuori concorso rivela la stessa mole di grandi nomi o titoli molto attesi. In ordine sparso, per farvi un’idea: un nuovo documentario di Werner Herzog, che riceverà il Leone d’Oro alla carriera (dalle mani di Francis Ford Coppola, per di più); una nuova analisi post coloniale della regista argentina Lucrecia Martel; un thriller basato su un fatto degli anni ’70 firmato da Gus Van Sant; un cortometraggio di Charlie Kaufman; un documentario sullo stilista Marc Jacobs ad opera di Sofia Coppola; e il ritratto del giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh, della già Leone d’Oro Laura Poitras, qui accompagnata alla regia da Mark Obenhaus.
Insomma, per chi seguirà la Mostra ci saranno incastri di programmazione non facili da gestire, ma la bella notizia è che ci attende – distributori permettendo – un’annata di cinema molto ricca nelle sale.
Con tutti questi “big”, il lavoro di Alberto Barbera, direttore dal 2004 e in carica fino al 2026, si conferma sempre di grande livello, e il prestigio dell’evento sembra più che mai intatto. La centralità della manifestazione però si può misurare anche attraverso altri parametri.
Venice4Palestine: parlare di Palestina
Difficile scrivere di cinema (di qualsiasi cosa, a dire il vero) quando il mondo è ancora teatro di violenze brutali, ingiustizie e diseguaglianze, tra le fiamme delle guerre e dei cambiamenti climatici. Di fronte allo stallo politico, alle inadempienze strutturali, ai troppi silenzi, a parlare molto spesso restano gli artisti, voci più forti anche delle manifestazioni di piazza e degli appelli ripetuti, in quest’epoca dove assistiamo ad una scollatura sempre maggiore tra la società, le sue istituzioni e i suoi rappresentanti. Una rassegna come quella veneziana, che tratta il mondo attraverso lo sguardo di autori e autrici, non può restare impermeabile a quanto accade su scala globale.
A chiedere che questo non succeda ci sono in particolare le oltre 1500 firme che hanno sottoscritto la lettera aperta di Venice4Palestine, professionisti del mondo del cinema, della cultura e dell’informazione (italiana ma anche internazionale) che vorrebbero una presa di posizione netta, da parte della Biennale, sul genocidio a Gaza. È stata inoltre annunciata una manifestazione in supporto alla Palestina prevista per sabato 30 agosto.
Tra i titoli in programma il tema sarà presente, anche in concorso, grazie a The voice of Hind Rajab, della regista tunisina Kaouther Ben Hania. Una storia che ha spezzato la voce di Alberto Barbera durante l’infinita conferenza stampa di fine luglio: ripercorre l’omicidio della bambina palestinese di 5 anni uccisa dai militari israeliani nel gennaio 2024 mentre chiamava i soccorsi, in quel momento unica sopravvissuta della sua famiglia.
Altro titolo importante che ci riguarda da vicino è Qui vit encore, del ginevrino Nicolas Wadimoff, celebre documentarista svizzero da sempre sensibile alla situazione palestinese, che ha trattato anche in precedenti pellicole.
Il film raccoglie le storie di nove rifugiati palestinesi e lascerà spazio a diverse forme d’espressione: “Ciò che hanno dovuto sopportare i sopravvissuti di Gaza non può essere raccontato solo a parole. A volte i gesti, i respiri o i silenzi possono essere più eloquenti”. Qui vit encore (titolo internazionale Who is Still Alive) sarà mostrato in anteprima mondiale come evento speciale alle Giornate degli Autori, sezione indipendente del festival che ha appoggiato la raccolta firme tramite i suoi canali social.
Venezia da sempre offre molto spazio anche a restauri e a documentari che trattano la storia del cinema (ad esempio il regista svizzero-statunitense Alexandre O. Philippe presenterà un tributo a Kim Novak, attrice che riceverà un Leone d’Oro alla carriera) e anche per quest’anno si potranno ammirare classici come Roma ore 11 di Giuseppe De Santis o Lolita di Stanley Kubrick.
Il cinema italiano (sempre al maschile?)
L’industria cinematografica italiana non manca nemmeno in concorso, tanto che qualcuno si è chiesto se non ci sia un eccesso di riguardo (osservazione che viene ciclicamente fatta anche a Cannes con il cinema francese), mosso forse da pressioni economiche o politiche.
Cinque addirittura i registi italiani – attenzione, plurale maschile – in concorso: Leonardo di Costanzo (il suo Elisa è prodotto da Tempesta e Rai Cinema con una coproduzione RSI e Amka Films, girato anche nel Mendrisiotto grazie alla Ticino Film Commission), Gianfranco Rosi, Pietro Marcello, un inatteso Franco Maresco e Paolo Sorrentino, che inaugura la Mostra con La grazia.
Le registe italiane? Solo in Orizzonti, il secondo concorso, con Carolina Cavalli e Laura Samani, rispettivamente autrici di interessanti e riusciti lavori come Amanda e Piccolo corpo.
Insomma, il discorso sulle cifre – o le quote – dovrebbe essere superato, eppure certi disequilibri difficilmente passano inosservati, o possono essere derubricati a banali coincidenze. Speriamo che il settore, con queste e altre autrici, possa andare verso un futuro meno condizionato da logiche che dovrebbero appartenere al passato.
L’apertura di Venezia82 è stata coperta radiofonicamente in Verde Aurora, Rete Due, 27.08.2025, ore 7.00-8.00.