Con l’elezione di Cherry Vann a guida della Chiesa in Galles, avvenuta il 1 agosto 2025, si apre una nuova pagina nella storia dell’anglicanesimo britannico. Per la prima volta, una donna – e per di più apertamente lesbica – assume il ruolo di arcivescova in una delle province della Comunione Anglicana. Un segnale forte di cambiamento, inclusione e riconciliazione.
Vann, già vescova di Monmouth dal 2020, succede ad Andrew John, dimessosi dopo mesi di tensioni interne alla cattedrale di Bangor. «La mia priorità sarà ricostruire fiducia e guarigione all’interno della Chiesa e delle comunità che serviamo», ha dichiarato subito dopo la nomina.
Un cammino di fede e coraggio
Classe 1958, Cherry Vann è stata tra le prime donne ordinate sacerdote nella Chiesa d’Inghilterra nel 1994. Ha servito per undici anni come arcidiacona di Rochdale, prima di essere eletta vescova. Vive con la sua compagna Wendy, con cui ha celebrato l’unione civile nel 2015, e sostiene attivamente l’Open Table Network, una rete di comunità cristiane inclusive per persone LGBTQIA+.
La sua testimonianza personale è diventata simbolo di una Chiesa che cambia. Nel 2021, durante l’Eucaristia del Pride Cymru a Cardiff, Vann ha condiviso una riflessione che oggi risuona con ancora più forza:
«Sei anni fa, Wendy ed io abbiamo celebrato la nostra unione civile. Quel giorno ha acceso in noi una luce nuova: mettere il nostro amore su un fondamento pubblico e legale ha trasformato profondamente il nostro cammino».
L’amore che cambia
La sua omelia, tradotta dal progetto Gionata, ha toccato temi universali: il coraggio di essere sé stessi, la forza dell’amore, il cambiamento possibile nella Chiesa e nella società.
«Io non sarei la donna che sono oggi senza il cammino condiviso con Wendy. E so che anche lei direbbe lo stesso. Chiunque viva un rapporto d’amore autentico, aperto e fedele, sa quanto trasformi».
Vann ha raccontato anche le difficoltà del coming out:
«Ci ho messo più di vent’anni per dirlo ai miei genitori. Mia madre fu dolce. Mio padre, invece, riprese il giornale e si mise a leggere. Quel gesto mi fece male. Era un muro. Ma con il tempo, anche lui ha saputo abbatterlo».
Una Chiesa che si apre
La Chiesa in Galles ha compiuto passi importanti verso l’inclusione: dal 2005 permette ai sacerdoti di contrarre unioni civili con partner dello stesso sesso e ha recentemente pubblicato una lettera pastorale di scuse per il pregiudizio subito dalle persone LGBTQIA+.
«Anni fa sarebbe stato impensabile che la Chiesa del Galles avesse una vescova apertamente lesbica. Ma grazie a chi ha avuto il coraggio di vivere senza vergogna ciò che era… la Chiesa è cambiata. Sta cambiando».
Una benedizione condivisa
«Celebrazioni come questa sono vitali. Perché qui possiamo essere davvero noi stessi, sorelle e fratelli in Cristo, liberati, amati. Possiamo gioire di ciò che Dio ha fatto in noi, sentirci accolti non solo da Lui, ma anche da chi ci sta accanto».
E infine, un messaggio che trascende ogni barriera:
«L’amore viene da Dio. Chi vive la grazia di amare e di essere amato in una relazione tra persone dello stesso sesso sa bene quanto questo amore sia trasformante, quanto dia vita. Non è diverso da quello vissuto da una coppia eterosessuale. L’amore è amore».
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Chiese in diretta 27.07.2025, 08:30
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