Sono informazioni false quelle circolate nelle scorse ore, diffuse da un quotidiano romano e rilanciate da ambienti statunitensi, circa alcuni problemi di salute del cardinale Pietro Parolin, già segretario di Stato, durante le Congregazioni generali pre-conclave. «No, non si è verificato. Non è vero», ha replicato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, nel quotidiano briefing in risposta alla domanda di un giornalista che chiedeva conferme (o smentite) sulla notizia di un malore che Parolin avrebbe avuto durante i lavori. Motivo per cui si sarebbe reso necessario un intervento di medici o infermieri. «No, assolutamente», la risposta del portavoce vaticano.
Sono state diverse le fake news messe in circolo in questi giorni che anticipano la riunione più esclusiva del mondo per l’elezione del nuovo Pontefice della Chiesa universale. Non è chiaro se i cardinali riuniti in Congregazione – ieri, due maggio 2025, l’ottava con poco più di 180 presenti, dei quali poco più di 120 elettori – ne siano raggiunti. Di certo alcune sono al limite del paradossale: se Parolin è stato dato per malato non di meglio è capitato al filippino Tagle. Nelle chat di alcuni addetti ai lavori, infatti, circola un video del cardinale filippino che canta Imagine di John Lennon su un palco. «Questa polemica è la cosa migliore che potesse capitare», spingono i tradizionalisti. Nel testo, Lennon si immagina un mondo senza religioni. Ma Tagle quella parte non la canta.
E poi alcune voci anche sull’arcivescovo di Marsiglia Jean Marc Aveline, che in questi giorni, assieme agli altri cardinali francesi, ha visto a pranzo a Roma il presidente Macron. «Non parla italiano», dicono. E ancora: «Cosa facciamo? Spostiamo di nuovo il papato ad Avignone?».
Due vaticanisti statunitensi, Edward Pentin e Diane Montagna, hanno dato vita a un sito, The College of Cardinals Report, che scheda i porporati. È anche un aiuto per far sì che i cardinali possano conoscersi. Ma il giro dei dossier non si limita a un sito. La Cnn, qualche giorno fa, ha ricordato l’operazione «Red Hat Report», secondo cui alcuni gruppi americani avrebbero messo a budget un milione di dollari per stilare dossier. Il fine? Evitare un «nuovo Bergoglio». Se ne parla dal 2018. Completano l’elenco dei bersagliati - questa volta da «sinistra» - il cardinal Fridolin Ambongo Besungu e il cardinal Willem Jacobus Eijk. Il primo è accusato di essere «anti-Lbgt», il secondo di aver preso posizioni troppo rigide sulla morale sessuale. Ma i progressisti, in queste ore, stanno attaccando anche il cardinal Peter Erdo: «È amico di Orbán», insistono. Da «destra», infine, l’ultimo veleno, quello diretto al cardinale Reinhard Marx: «Ci porterebbe allo scisma». E, infine, ce n’è anche per il patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pizzaballa: troppo giovane per essere eletto, dicono.
Insomma, in attesa dell’extra omnes si rincorrono le voci e, con esse, non poche “polpette avvelenate”. La curia romana, a tratti, sembra una corte medievale con il noto strascico di veleni. Eppure, una volta in Sistina, altre logiche scenderanno in campo. E non sono escluse sorprese.

Vaticano: si monta il comignolo sulla Sistina
Telegiornale 02.05.2025, 12:30