Primo maggio Oltretevere. È giorno festivo anche in Vaticano - è San Giuseppe lavoratore - ed è stata rispettata una pausa di riflessione anche dai cardinali. Niente congregazione generale, dunque: l’altro ieri si è tenuta la settima e le sessioni riprenderanno oggi e sabato, mentre anche domenica 4 ci sarà una pausa.
L’impegno del primo maggio è stato solo la sesta messa dei “novendiali” in suffragio di papa Francesco, che nel pomeriggio è stata presieduta nella Basilica di San Pietro dal cardinale argentino Victor Manuel Fernandez, teologo vicinissimo a Bergoglio e suo amico di lunga data.
Ouédraogo, al conclave con una data scelta “a caso”
Le notizie, quindi, vengono da altre parti. A pochi giorni dal 7 maggio - data d’inizio del conclave - e dopo il forfait di ben due cardinali, tra gli uomini di Chiesa ci sono altri due casi clamorosi, ovvero quello del keniano John Njue, assente per motivi di salute, e quello del burkinabé Philippe Ouédraogo, presente a Roma grazie a una modifica anagrafica che lo mantiene sotto la soglia degli 80 anni. Entrambi sono finiti al centro di discussioni sulla loro età, vera o presunta.
Nell’Annuario Pontificio del 2024, il cardinale Philippe Nakellentuba Ouédraogo risultava nato il 25 gennaio 1945, il che lo avrebbe escluso dal conclave. Ma nell’edizione successiva, del 2025, la sua data di nascita è slittata al 31 dicembre 1945, mantenendolo in pieno diritto come cardinale elettore. Una modifica che ha sollevato molte perplessità. Ouédraogo si è giustificato raccontando al quotidiano olandese Nederlands Dagblad che nel suo villaggio di nascita in Burkina Faso non c’erano registri anagrafici e che, al momento dell’ordinazione sacerdotale nel 1973, scelse insieme all’economo della diocesi una data utile a fini amministrativi. Il 31 dicembre, infatti, era la data assegnata d’ufficio a molti bambini senza certificato di nascita. Il problema? Solo oggi quella data torna comoda, in coincidenza con il conclave e con la morte di Papa Francesco. Il porporato ha evitato di rispondere sul tempismo, mentre dal Vaticano si è parlato genericamente di un documento d’identità aggiornato.
Njue, il cardinale “ringiovanito” che resta a casa
Il caso di John Njue, invece, è un’assenza annunciata. Secondo i documenti ufficiali, la sua nascita è passata da un generico 1944 al più preciso 1 gennaio 1946, proprio nell’Annuario del 2024. Anche qui, il cambio lo avrebbe mantenuto sotto la soglia degli 80 anni, ma il porporato keniano ha dovuto rinunciare per motivi di salute, comunicando il suo forfait direttamente al Vaticano. Il cardinale, più volte dato per morto dai social, è apparso l’ultima volta il 25 aprile in una messa in memoria di papa Francesco. Ma non potrà affrontare il viaggio verso Roma: gli elettori scendono così a 133.
Il caso Cipriani
Fa discutere anche la vicenda che riguarda Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo emerito di Lima, accusato di pedofilia. Papa Francesco, nel 2019, ha deciso di sanzionarlo proibendogli di indossare le insegne cardinalizie, di tornare in Perù senza essere autorizzato di pronunciare dichiarazioni pubbliche e di partecipare a un conclave qualora avesse avuto ancora l’età per poterlo fare. Un’eventualità questa che non è più attuale perché ormai il presule ha 81 anni. Tuttavia Cipriani ha deciso di presentarsi a Roma, davanti al collegio cardinalizio, vestito di porpora. Una scelta che non è stata apprezzata da molti confratelli presenti alle congregazioni generali, e che ha contribuito a scuotere il clima pre-conclave. Al momento il portavoce vaticano, Matteo Bruni, ha glissato: «L’invito per le riunioni è stato spedito a tutti i cardinali. Il caso è noto. Se non sono state adottate delle scelte su questo tema ognuno tiri le sue conclusioni, tenendo presente cosa dice la Universi dominici gregis», ha detto. È probabile quindi che Cipriani non abbia ritenuto di dover fare un passo indietro appellandosi al passaggio in cui è previsto che nelle congregazioni i cardinali «indossino la consueta veste talare nera filettata e la fascia rossa, con zucchetto, croce pettorale e anello». Un appiglio formale che crea un cortocircuito rispetto alle restrizioni pontificie.

Conclave, intervista a uno dei protagonisti
Telegiornale 01.05.2025, 20:00