Oltretevere

Donne in toga contro gli abusi, la Chiesa rivoluziona il processo Rupnik

Svolta storica in Vaticano. Per la prima volta giudici femminili nel tribunale che processerà l’ex gesuita accusato di molestie. Una mossa che promette di scuotere le fondamenta della giustizia ecclesiastica

  • 14 ottobre, 14:00
Il gesuita artista sloveno padre Marco Rupnik

Il gesuita artista sloveno padre Marco Rupnik

  • Keystone
Di: Ansa/Rod 

Il processo canonico contro il gesuita Marco Rupnik, artista e mosaicista accusato di abusi verso alcune religiose, sta catalizzando l’attenzione in Vaticano, superando persino l’interesse per il caso del cardinale Becciu e lo scandalo dell’immobile di Sloane Avenue a Londra.

La svolta è arrivata giovedì 9 ottobre 2025, con la nomina dei cinque giudici del Tribunale della Santa Sede che affronteranno il caso. Come spiegato in una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede, il collegio giudicante include, oltre a chierici, anche donne che non appartengono alla Congregazione né ricoprono incarichi nella Curia Romana. Questa composizione mira a «garantire meglio l’autonomia e l’indipendenza del Tribunale, come in ogni processo giudiziale».

L’inclusione di donne in posizioni di leadership nella Chiesa cattolica è da tempo considerata cruciale per contrastare gli abusi. Si ritiene che la prospettiva femminile possa essere più efficace nell’individuare comportamenti potenzialmente pericolosi, contribuendo così a prevenire e interrompere tempestivamente eventuali tentativi di insabbiamento.

Nonostante le resistenze, questo primo passo rappresenta un progresso significativo per un’istituzione ancora fortemente gerarchica e dominata da figure maschili. Il caso Rupnik, i cui presunti abusi sono stati a lungo minimizzati in alcuni ambienti ecclesiastici, non sarà più una questione soltanto maschile. A conti fatti si tratta di una decisione che rappresenta un punto di svolta verso una maggiore parità di genere all’interno dell’istituzione.

La notizia assume un’importanza ancora maggiore considerando che, nello stesso periodo, la comunità anglicana ha nominato Sarah Mullally come prima donna a capo della Chiesa d’Inghilterra, segnando così un momento di svolta nel panorama cristiano.

A caldo, ha subito commentato l’avvocato Laura Sgrò, che difende cinque vittime di Rupnik. «Accogliamo con favore la nomina dei giudici da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede: auspichiamo che il processo finalmente cominci», ha detto all’Ansa. «Le mie cinque assistite hanno chiesto già diciotto mesi fa di essere riconosciute come parte lese nel procedimento, per cui ci auguriamo che la loro posizione venga assodata quanto prima - ha aggiunto la legale -. Attendono giustizia da troppi anni e la giustizia farà bene non solo a loro, ma anche alla Chiesa stessa».

Gli abusi di coscienza e sessuali di cui è accusato Rupnik, a danno di religiose adulte, risalirebbero a decenni addietro in Slovenia, quando il gesuita era padre spirituale in una comunità di Lubiana, la Comunità Loyola. Tuttavia, dopo le precedenti segnalazioni delle vittime rimaste inascoltate, è solo a partire dal 2021 che sono venuti alla luce vari episodi di abusi, che hanno portato la Chiesa ad adottare misure cautelari a suo carico.

A seguito delle ricostruzioni fatte anche dalla Compagnia di Gesù, è emerso che già nel 2020 c’era stata una scomunica “latae sententiae” all’ex gesuita sloveno per aver assolto e vincolato al silenzio una suora da lui stesso abusata, sebbene tale scomunica sia poi stata rimessa dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, in seguito a pentimento. Nel giugno 2023 Rupnik è stato espulso dalla Compagnia di Gesù per decreto del superiore generale padre Arturo Sosa, a causa del suo «rifiuto ostinato» di obbedire alle restrizioni.

Sul fatto che contro Rupnik non si fosse arrivati a un vero giudizio sul piano canonico, c’è anche chi ha chiamato in causa la sua amicizia con papa Francesco. Ma mentre sempre più emergevano pubblicamente le denunce delle vittime (anche con particolari su abusi a dir poco sconcertanti), fu proprio Bergoglio a decidere che si dovesse derogare dalla prescrizione ormai intercorsa e che Rupnik - attualmente ospitato in un ex monastero nel Lazio - dovesse andare a processo.

Oltre ad essere uno stimato teologo e predicatore, l’ex gesuita ha avuto soprattutto una brillantissima carriera come artista e mosaicista: i suoi mosaici sono nei maggiori santuari del mondo, tra cui Lourdes, o le basiliche di Fatima e di San Giovanni Rotondo, e anche in Vaticano, nella Cappella Redemptoris Mater, e la sua vicenda ha coinvolto quindi anche i siti dove sono collocate le sue opere.

A Lourdes si è scelto di coprire i mosaici che ornavano il portale della Basilica del Rosario. Anche il portale della Santa Sede Vatican News ha di recente tolto tutte le immagini che erano riconducibili alle opere dell’ex gesuita.

25:53
Sarah Mullally, prima donna a capo della Comunione anglicana

Sarah Mullally, prima donna a capo della Comunione anglicana - Fratelli d’abito

Chiese in diretta 12.10.2025, 08:30

  • Reuters
  • Luisa Nitti e Chiara Gerosa

Correlati

Ti potrebbe interessare