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Leone e la Comunità ebraica: auguri di pace, ma nessun riferimento diretto a Gaza

Il Pontefice invia auguri alla Comunità ebraica per le festività, evitando riferimenti espliciti al conflitto in Medio Oriente

  • Un'ora fa
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Di: Rod 

In occasione delle festività ebraiche di Rosh ha-shanah, Yom Kippur e Sukkot, Papa Leone ha inviato un telegramma al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, e alla Comunità ebraica romana. Il messaggio, improntato alla cordialità e al dialogo interreligioso, esprime l’auspicio che vengano approfonditi «gli sforzi per l’amicizia tra di noi, nella città di Roma e nel mondo». Il Pontefice conclude con un’invocazione: «Dio ci conceda il dono della pace e l’instancabile desiderio di promuoverla».

Il testo, pur centrato su valori universali come la pace e la convivenza, non contiene alcun riferimento esplicito alla situazione in Medio Oriente, né menziona il conflitto in corso nella Striscia di Gaza. In particolare, non viene utilizzato il termine «genocidio», che in questi mesi è stato al centro di un acceso dibattito internazionale.

Una scelta di tono e contenuto

L’assenza di riferimenti diretti al conflitto può essere letta in diversi modi. Da un lato, potrebbe riflettere la volontà del Papa di mantenere il messaggio su un piano spirituale e universale, evitando di entrare nel merito di questioni geopolitiche complesse. Dall’altro, alcuni osservatori notano come, in un momento in cui la parola «genocidio» è stata pronunciata da diverse organizzazioni e leader internazionali, la sua omissione rappresenti una scelta comunicativa significativa.

Non è detto che tale scelta implichi una presa di posizione o una negazione. Piuttosto, potrebbe indicare un approccio prudente, volto a preservare il dialogo interreligioso e a non compromettere relazioni delicate, soprattutto in un contesto come quello romano, dove la presenza ebraica è storicamente radicata e il rapporto con il Vaticano ha vissuto momenti di grande intensità.

Pace come orizzonte comune

Il messaggio del Papa, pur privo di riferimenti specifici, ribadisce con forza il valore della pace e dell’amicizia tra le comunità. In tempi segnati da conflitti e tensioni, anche un augurio può assumere un significato profondo, soprattutto se rivolto a una comunità che vive con particolare sensibilità gli eventi internazionali.

La scelta di non citare Gaza o il termine «genocidio» non cancella il messaggio di speranza contenuto nel telegramma. Al contrario, invita a riflettere su come la pace possa essere promossa anche attraverso gesti di vicinanza e parole che, pur generiche, mirano a costruire ponti.

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Papa Leone si racconta

Telegiornale 18.09.2025, 20:00

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