Le prime parole di papa Leone XIV sono frecce appuntite, chiare e limpide, e tratteggiano una personalità che si è formata in ginocchio, con l’occhio e il cuore aperti sul mondo. Al centro va messo Cristo, così che l’ordine dell’amore sia come una ruota dove i raggi convergono e la bicicletta, lanciata per le vie del mondo, corre velocemente! Da questo primato dell’amore di Dio per il mondo e dalla sua accoglienza scaturisce “la pace sia con voi” e la comunione nella chiesa e nel mondo. La ripartenza è sempre da Cristo per poi trovare un cuore che si dilata a dismisura. Solo così l’amore non rischia l’inflazione e possiamo permetterci di osare tanto! Osare di amare tutti in Cristo: “Attira verso di Lui con te tutti quelli che puoi e dì loro: amiamo Lui, amiamo Lui”.
Questo grande movimento è insito nella spiritualità agostiniana, infatti il cuore è inquieto finché non riposa in Cristo, nell’Unico, e non in modo solitario, ma con i fratelli e le sorelle di cammino: “Se scopri la via della Verità condividila con i fratelli di cammino”. Il motto del papa ci dice proprio questo: “In Lui, unico Cristo, siamo uno”.
Questo orizzonte non è forse l’apertura sinodale nella quale la Chiesa sta muovendo i suoi passi negli ultimi anni? Il carisma agostiniano potenzia molto questa vita d’interiorità unita alla comunione e alla fraternità. D’altro canto non è forse il Vangelo che coniuga sequela e annuncio a tutti i popoli? Non è lo stesso Signore Gesù che, pur potendo far tutto da solo, si serve di dodici poveri uomini per fare cose grandi in amore?
La vita della Chiesa è questa sinfonia nella diversità. E più le note si mettono in gioco nello spartito di un esperto compositore, più la sinfonia sarà meravigliosa. Leone XIV – da frate agostiniano, da vescovo, da cardinale – ha fatto sempre questo, sa fare bene, con mitezza e tanto ascolto, proprio questo.
Lasciamolo lavorare sostenendolo con la preghiera e con l’affetto. La Chiesa è credibile quando è una, non perché uniforme ma perché ricca come un prisma attraversato da un raggio di sole. Questa comunione non si fa per somma o sottrazione bensì investendo la vita in un dono, infaticabile e generoso. Un papa agostiniano, penso, sia un uomo innamorato di una Bellezza incontrata, affascinato da essa e diffonde il buon profumo di Cristo in tutto il mondo. Questo contagio, accompagnato dalla gentilezza e innocenza disarmate e disarmanti di papa Leone XIV, possono realmente essere più forti del ruggito di un leone. Possiamo augurarci che sia proprio la mitezza a vincere le guerre!
“Canta e cammina, non deviare, non tornare indietro, non fermarti”, caro papa e fratello in Cristo, la nostra amicizia è con te e si fa preghiera. Ogni volta che ti abbiamo incontrato, quel tuo dolce esserci per ciascuna di noi, ci ha arricchite. Ora ti lasciamo andare per le vie del mondo e sicuramente il volto del bel Pastore risplenderà su di te per il mondo intero. Solo così potrai lavorare per Cristo e per la Chiesa una, perché ci hai insegnato che le nostre comunità sono belle quando regna la comunione del cuore uno e dell’anima una protesi verso Dio. “I tuoi piedi sono il tuo amore”, l’amore che lo Spirito riversa nel tuo cuore di Padre buono: noi tutti ti seguiremo, perché Gesù ha preparato il tuo cuore per i molti! Il tratto missionario che ci lasci, di uomo interiore, riservato e dolcissimo, sia come un ruggito per le coscienze incallite dalla durezza del cuore!

Papa Leone accoglie i giornalisti
Telegiornale 12.05.2025, 20:00