Letteratura

Umberto Eco

Dissociare per diversamente associare

  • 5 gennaio, 07:34
Umberto Eco

  • Keystone
Di: Mattia Cavadini

L’eco non è mai una semplice riproduzione della realtà, ma una sua amplificazione, il frutto di riverberi, connessioni e analogie. L'eco è una rivelazione. Eco è una rivelazione. Nomen omen.

L'intellettuale e la comunicazione di massa - 13.05.1970

RSI Dossier 25.02.2016, 10:11

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Due soli esempi. Il Medioevo che ci ha raccontato Umberto Eco (nei suoi romanzi, ma soprattutto nei suoi saggi, su Tommaso d’Aquino e sulla filosofia medievale), non è una riproduzione né un affresco di superficie, ma un’investigazione profonda che ne spiega l’etica, l’estetica e la filosofia. Umberto Eco ha spiegato il Medioevo non solo a noi uomini contemporanei, ma lo ha spiegato agli stessi uomini medievali (se avessero potuto leggerlo e ascoltarlo), smascherandoli e mettendo a nudo il loro modo di pensare (basato sull’analogia universale, dove tutto è correlato a tutto, e tutto si specchia nel creatore).

Bibliofilia - 15.09.2007

RSI Dossier 25.02.2016, 10:28

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Un altro esempio riguarda la teoria dell’interpretazione. Anche in questo caso la lezione è la stessa. Umberto Eco ci ha mostrato (Opera aperta, 1962 e Lector in fabula, 1979) che il saggista può tranquillamente fare interagire il proprio universo culturale con quello dell’autore su cui sta lavorando, aggiungendo in questo modo contenuti e pregnanza al testo letterario (come Umberto Eco ha fatto con l’Ulisse di Joyce, offrendone una lettura penetrante e inaudita, una lettura che sarebbe stata rivelatrice per lo stesso Joyce, se solo avesse avuto la possibilità di conoscerla).

Semiotica e pubblicistica - 20.10.1973

RSI Dossier 25.02.2016, 10:26

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Queste due esempi per dire che Umberto Eco (nel suo percorso esistenziale e creativo) ha sempre cercato di illuminare di luce nuova (una luce insieme intensa e perforante) l’oggetto del suo studio. Un po’ come l’eco che ci ritorna dai boschi (che ci rivela una nostra voce affatto nuova, dilatata nel tempo e nello spazio), Umberto Eco ci ha offerto una lettura inconsueta della realtà. Strenuo antagonista dei luoghi comuni, ha dimostrato come ciò che appare semplice possa in realtà essere complesso; ciò che appare uguale possa essere diseguale. Il suo metodo privilegiato è stato quello di dissociare per diversamente associare. Un metodo che gli ha permesso di vedere nel reale (nella storia, nella cultura, nei fenomeni) delle possibilità di essere altro.

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Nato ad Alessandria il 5 gennaio 1932 e morto a Milano nel 2016, Eco è stato autore di numerosi saggi e romanzi di successo, su tutti Il nome della rosa (1980) e Il pendolo di Foucault (1988). Professore di semiotica (La struttura assente, 1968; Trattato di semiotica generale, 1975), ha allargato i suoi originari interessi filosofici e letterari (testimoniati anche dall’adesione al Gruppo 63), prendendo in considerazione anche altri aspetti delle scienze umane (come la linguistica e la sociologia) e approfondendo il fenomeno della comunicazione di massa (Apocalittici e integrati, 1964; Fenomenologia di Mike Bongiorno, 1963 e Il caso Bond, 1965).

Eco - Documenti audio RSI

  • Nei labirinti dell'intertestualità 1 - 11.02.2003

    RSI Dossier 25.02.2016, 09:57

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  • Nei labirinti dell'intertestualità 3 - 11.02.2003

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