Musica pop

2025, l’estate italiana senza tormentoni?

Per la prima volta da decenni si fatica a individuare una canzone che possa marcare la stagione, essere dovunque e di chiunque

  • 2 ore fa
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Anna il suo l'ha fatto

  • Imago/NurPhoto
Di: Patrizio Ruviglioni 

Il ritornello più popolare quest’estate, in Italia, non appartiene a un tormentone. È una generica considerazione che gira di bocca in bocca, di analisi in analisi, con o senza dati. E che dice: un tormentone, alla fine, non c’è. Per la prima volta da decenni, infatti, si fatica a individuare una canzone che possa marcare la stagione, essere dovunque e di chiunque. E in teoria, riuscirci, è una disciplina serissima, che affonda le radici addirittura nel 1983, con il successo di Vamos a la playa dei Righeira a fare da apripista e quello, nel 2015, di Roma - Bangkok di Baby K e Giusy Ferreri a trasportare il concetto nell’età moderna: un pezzo spensierato, estivo anche nei contenuti, per lo più in cassa dritta e in zona latina. Perimetro, di per sé, abbastanza stretto, e che da lì in poi, fino a oggi, è stato percorso da tantissimi, dai TheGiornalisti agli happening di Fedez (ogni anno con ospiti diversi), fino a Rovazzi, The Kolors, Annalisa. Il risultato, a detta di tanti osservatori, adesso è quello di una “fatica” da tormentone: si è tirata troppo la corda, il pubblico è stufo, rumore di fondo.

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Estate senza hit

Tra le righe 07.08.2025, 14:00

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  • Elisa Manca e Nicola Colotti

In realtà le classifiche dicono che tutto questo è vero solo in parte. La partenza è stata lenta, sì, con l’onda lunga di Sanremo che ha rosicchiato terreno alle potenziali hit, a volte a firma degli stessi concorrenti dell’Ariston: gli snodi cruciali del mercato, oggi, in Italia sono due, il Festival appunto e il singolo estivo, ma visto che il primo ha un impatto sempre maggiore - e spesso serve come prova generale per i pezzi di giugno - finisce per cannibalizzare i suoi figli. È il caso di Balorda nostalgia di Olly e di fenomeni come Achille Lauro e Lucio Corsi, che stanno segnando la stagione pur con a disposizione solo le canzoni di qualche mese fa. Ma per il resto, specie nelle primissime posizioni, si registra un’occupazione comunque quasi militare da parte degli aspiranti tormentoni estivi, per i quali le radio - prima ancora che le classifiche di streaming - giocano un ruolo cruciale.

Il senso di noia del pubblico si vede, ma non impatta sul concetto in sé di tormentone. Un altro ritornello in voga in questi mesi riguarda un possibile “ritorno della musica di qualità” e “dei cantautori”, sulla scia di Corsi, ma la realtà è che i pezzi estivi dominano. Solo, non sono delle solite facce. I numeri stanno premiando Anna, venuta fuori dodici mesi fa con 30° e ora già al bis con un pezzo ancor più scanzonato e di ispirazione latina, Désolée, distillato di urban ultramoderno. Si gioca il testa a testa con A me mi piace di Alfa, altro giovanissimo - classe 2000, emerso a Sanremo 2024 con Vai! - che però in mano ha carte diverse: Anna ha segnato una rivoluzione nel rap, interpretando il genere al femminile e avvicinando schiere di bambine che prima si sentivano escluse, in una musica che è prettamente generazionale; Alfa è l’opposto, A me mi piace è una sorta di remake di Me gustas tu di Manu Chao (che qui duetta), un classico pop vecchio di vent’anni che ha recuperato puntando sia sull’effetto nostalgia (per i più anziani) e sia su quello di novità (per i giovanissimi), oltre che sulla melodia.

Appena dietro si distingue Serenata di Serena Brancale e Alessandra Amoroso, un duetto made in Puglia tra un’artista, anche qui, nuova (la prima) e una che in passato aveva dato, d’estate, e che adesso, in parte, si è rilanciata. Per il resto, appunto, pochissime comparsate straniere - colpisce Ordinary di Alex Warren, ballata solenne che non ha niente di estivo, a distrazione che fuori dall’Italia il mercato ragiona in tutt’altro modo, saranno le temperature - e storici dominatori della bella stagione che arrancano. Annalisa (Maschio) e Fedez con Clara (Scelte stupide), ma anche gli stessi Rose Villain con Tony Effe (Victoria’s Secret), The Kolors (Pronto come va) e Marco Mengoni (Sto bene al mare, con Sayf e Rkomi) fatica a mettere la testa fuori e si accontentano di guardare una classifica dominata per lo più dai volti nuovi o dagli instant classic dell’ultima annata (esistono ancora, tra cui l’evergreen Ora che non ho più te di Cesare Cremonini). Vivacchiano, pur senza picchi incredibili, duetti più o meno di rito - l’accoppiata resta un classico del tormentone italiano moderno - come i Pinguini Tattici Nucleari con Max Pezzali (Bottiglie vuote, una specie di passaggio di consegne) o Elodie con Sfera Ebbasta (Yakuza).

Eppure, di nuovo, i “volti dell’estate” esistono, eccome. Sono quelli, opposti, di Anna e Alfa. Luna e Sole. Lei divide, è un “noi” (le baddies, le sue fan, spesso giovanissime) contro “loro”. Alfa unisce, il modello, anche ecumenico, è Jovanotti (le cui Occhi a cuore e Oceanica non decollano, a proposito, c’è stato un cambio generazionale). Probabilmente sia a Désolée e sia a A me mi piace manca qualcosa in termini di riconoscimento popolare per dirsi “tormentoni”, ma siamo ancora ad agosto e, insomma, la situazione sembra comunque lontana dal disarmo annunciato. La verità, forse, è che entrambe hanno un’idea alla base, per quanto abbozzata e votata alla classifica, mentre gran parte dei competitor sembrano stanchi loro per primi, con pezzi poco ispirati, di routine, in cui sembra che timbrino il cartellino. E questo fa la differenza. Quindi no, il pubblico non è stufo dei tormentoni o dei pezzi estivi, non siamo a una svolta. È stufo, semmai, delle solite idee.

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